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Pronti
via, esco dall’albergo e mi accorgo che avevo letto male il
tempo, non è nuvolo, era foschia che si è dissolta al Sole
lasciando un cielo terso ed una luce vivida, purtroppo fa
freddo, calzo il cappello in pile del Paris Saint Germani e mi
chiedo quale assurda forma di vita io debba sembrare vestito con
un cappello rosso di pile, una giacca a vento leggera senza
maniche indossata direttamente sopra la camicia a maniche lunghe
con i polsini sbottonati. Per mia fortuna ho smesso di curarmi
di queste cose molto tempo fa. Riprendo il bus 51 e scendo al
Paseo de La Constitucion, seguo la mappa ed in due minuti mi
ritrovo a la Plaza de lo Sitios, che è un po’ come la Plaza
dos de Mayo a Madrid.
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E'
dedicata alla Resistenza Anti Napoleonica, c’è un bel
monumento, una bella fontana, qualche raggio di Sole caldo, mi
siedo su una panchina e mi fumo ancora un Fleur de Savane, sebbene
abbia portato un paio di pipe, come mia abitudine non ho portato
tabacco, tanto lo dovevo comunque comprare, ma Saragozza sembra
abbiano solamente Borkum Riff e niente altro, neanche mezza
busta di Stanislaw, neppure una fotocopia di Condor, nulla. Lasciata
la Plaza del Los Sitios, vado in cerca di una famosa Tabaccheria
nella Calle de San Miguel, è proprio dietro la Piazza,
bellissimo posto ma è come un negozio Dunhill, ha bellissime
pipe, bellissimi accendini, bellissime cravatte ma nessun
tabacco.
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Mi
metto a caccia di questo Anfiteatro Fantasma, cammino un po’
per le stradine, mappa alla mano fin quando mi trovo nella
Piazza che fa da parte posteriore al Teatro Principale di
Saragozza e lì vedo alcuni cartelli viola con scritto Teatro di
Augusto e la freccia a sinistra, seguo i cartelli e mi trovo
dinnanzi ad un edificio nuovo di zecca, è il Museo del Teatro,
leggo i cartelloni, per sei euro il biglietto mi permette di
accedere a quattro siti Romani, entro pago ed inizio. Il Museo
è l’esempio di come all’estero riescano a vendere il nulla
o quasi mentre noi a Roma portiamo in discarica intere Ville
Romane (vedesi alla voce Giubileo).
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I
tre piani del Museo sono pieni di teche, spesso con dentro
solamente foto con didascalia, in alcuni casi con pezzi di
anfore ed in alcuni casi con il trionfo della creatività
applicata al turismo costituito da un pezzo di marmo grande non
più di dieci centimetri per dieci, dietro un vetro, con sopra
incisa una lettera ed accanto la targhetta che dice “frammento
di marmo con incisa una lettera”. Di questi frammenti credo
che a Roma siano piene intere stanze sotterrane dei Musei. Al
piano interrato finalmente qualcosa di serio, l’Anfiteatro
vero e proprio rinvenuto nel 1973 durante la costruzione di un
palazzo, noto che sarebbe anche stato visibile dalla strada se
avessi fatto il giro del palazzo.
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Comunque
ormai sono dentro ed esco a passeggiarci sopra usando le varie
passerelle in legno, dentro un buco vedo un gatto raggomitolato
a dormire, faccio per fotografarlo ma scappa e nella foto appare
solamente come una striscia grigia. Esco dal Museo e seguendo le
indicazioni del depliant che mi hanno dato all’Ingresso cerco
le Terme Romane, le trovo ma non riesco a trovare l’Entrata, o
perlomeno quella che trovo è chiusa. Mi scoccio e passo oltre.
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Marcello
Salvi
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