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Nulla,
io ed il sonno viviamo in realtà alternative. Dopo venti minuti
di accurato studio del soffito decido di soprassedere, mi armo
ed esco, alla reception mi faccio dare una pianta della città
da un ragazzo di Oristano che lavora qui, mi spiega anche quali
mezzi prendere per andare in centro e così mi avvio,
un’occhiata al palmare ed una alla mappa e decido di
cominciare dalle cose serie, quindi mi dirigo verso nord alla
ricerca di una tabaccheria, nella zona nuova di Saragozza, che
dal sito del Barcellona Pipa Club sembra essere la più fornita
della città, il viaggio è
facile ma lungo, attraverso una nuova periferia perfetta nelle
sue costruzioni, nelle sue vie, nella sua viabilità ma
completamente anonima e priva di anima.
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Iin
ogni caso arrivo alla Calle Carlos Saura che non è proprio una
strada ma una specie di grande piazza con al centro un
parcheggio, la percorro tutta ma della tabaccheria nessuna
traccia, arrivo in fondo, la strada finisce contro una rete,
controllo sul palmare, l’indirizzo è giusto ma non riporta il
civico, torno indietro sull’altro lato, e da questa posizione
vedo una cosa curiosa, un ristorante che si chiama La Casucha,
mi fa tanto Casetta di San Lorenzo, proseguo dimenticandomi di
fotografare l’insegna e quando arrivo all’inizio della
strada mi accorgo che la tabaccheria è proprio lì sull'angolo. |
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Peccato
che venendo da sud, come me, esattamente all’inizio della
strada c’è un piccolo edificio che toglie la visuale di
quell’angolo. Entro, la
tabaccheria è molto grande, ha una profusione di sigarette da
fare spavento ed un walking humidor così grande che dentro ci
si potrebbe fare una Festa. Chiedo dei tabacchi da pipa, la
signora mi porta in un piccolo ambiente laterale dove tutti i
tabacchi sono conservati dentro un humidor a muro. Chiedo il
Borkum 8, per la Gara di Digione, il MacBaren per il Torneo di
Natale, ma quando chiedo il Borkum Riff Classic per la Gara di
Madrid mi dicono che ancora non lo conoscono.
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Mi
avvio al ritorno, decido di tornare in albergo sia perché non
mi va di andarmene in giro con la busta dei tabacchi, sia perché
comincio a sentire qualcosa ai piedi, sulla via del ritorno mi
fermo in un supermercato iperminimalista ma enorme e compro una
busta di biscotti e delle caramelle per la gola che sento una
punta di fastidio alle tonsille che non ho più da ormai 32
anni. Alla fine quando torno in albergo mi rendo conto che la
passeggiata è durata appena dieci chilometri, fatti in poco più
di due ore, decido di riposarmi comunque un paio d’ore, meglio
non strafare, quando si viaggia il tempo perso a riposarsi
spesso è tempo investito.
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Scrivo
quest’altro resoconto, mangio qualche biscotto e sono le
18.00, mi siedo in poltrona a leggere la guida della città e
studiare la mappa.
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Marcello
Salvi
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