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Giunto in loco, dopo aver disfatto i bagagli, inizio a girare per il resort in modo da orientarmi.
Il Pheasant Run Resort è una struttura che internamente include saloni, ristoranti, pub, piscine e negozi in un'atmosfera pseudo-country, ora piacevole, ora kitsch, ora di puro orrore.
Errando senza meta finisco nella pipeshow tent, il tendone per i fumatori, dove incontro Paolo e Federico Becker con i quali inizio a chiacchierare, ma il freddo ci costringe ben presto ad andarcene.
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Dopo un gelato, mi ritiro in camera a guardare Animal Planet.
Il giorno dopo inizia lo show, alle nove in punto, ci sono tutti quelli che contano, se non di persona, con le pipe o con i tabacchi; mancano solo i Gawith e questo mi lascia immaginare che le informazioni confidenziali sul cambio di produzione ricevute a Zurigo diversi mesi addietro non fossero del tutto infondate.
Non c'è molto da dire in realtà, la gente gira e rigira, guarda e riguarda, chiede e richiede
finché qualcuno compra, ma solo i cinesi fanno strage di pipe ovunque.
Ho modo di conoscere e reincontrare diversi personaggi simbolo del mondo americano della pipa, quali Charles
Normand, Marty Pulvers e Al Grosskopf. |
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A fine show, verso le sei e mezzo, per provare un po' di campioncini di tabacco che mi erano stati elargiti da una
biondona, finisco nuovamente al freddo nella tenda, ma dopo una
mezzoretta, quando stavo per andarmene, vengo invitato a un tavolo da un gruppo di americani che scopro essere membri del pipa club di Chicago; dopo le necessarie presentazioni iniziamo a chiacchierare di tutto come solo gli americani sanno fare, finchè non ci raggiunge un certo Anthony
Harris, pipemaker, con il quale inizio a parlare di tecniche di foratura, per passare dalle timide pipe dritte alle controcurve di
Cerrato, fino a un ipotetico tubo flessibile con una punta mossa da una fantomatica turbina ad aria compressa. |
Siamo poco seri adesso, il livello delle meccaniche è degno di Star Trek e lo faccio presente,
Engage! urlo, gli astanti ridono, ma fa molto freddo ed è quasi mezzanotte e ovviamente non ho ancora cenato.
Mi salvano dal digiuno solo un gelato e una pessima bevanda alla ciliegia comperati all'emporio del
resort, che era l'unico posto ancora aperto.
La domenica si ripete, stessa musica del giorno precedente: stessa gente, stessi discorsi, stesse cose.
La sera cena tranquilla con i rappresentanti dei segantini Giordano e Manno, poi nanna. |
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Il lunedì non sapendo cosa fare e avendo smaltite quasi tutte le pipe, decido di non fare il post-show e di andarmene fuori a fumare, visto che il clima era quasi piacevole nonostante il vento.
Qui incontro Baldo Baldi, con il quale inizio simpaticamente a chiacchierare per un oretta buona; tornano a galla
Carmignani, Fincato e i tempi d'oro della pipa.
La giornata finisce nel nulla della tv, con una partita di baseball.
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Gian
Maria Gamboni
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