| |
|
VIII
Copa Barcelona
14.06.2008 ---
Nona Parte ---
Parc
Guell
|
|
|
Metabolizzata
l'idea e riavutosi abbastanza dai postumi della serata precedente si
ripete il sacro rito dei Biglietti alla Macchinetta Automatica alla Stazione Mundet, intanto
Enzo, Cinzia ed io che abbiamo il solito biglietto da dieci siamo
già oltre le barriere ad aspettare, si procede
rapidamente verso la Fermata Lesseps con la ferma intenzione di
visitare il Parc Guell e quindi si ripete il Sacro Rito
dell'Acquisto . Giunti a Lesseps rimango decisamente stupito
appena messo fuori il naso dalle scale mobile della Metro, la Piazza
de Lesseps è sconvolta da una serie di lavori di riqualificazione,
gli stessi identici che avevo già incontrato nel Settembre 2004.
|
Scoprire che in 4 anni non è praticamente cambiato nulla mi
sconvolge, mi sembra per un attimo di essere in Italia. Anche
se la prima volta che andai a Parigi, nel 1989, trovai delle
transenne di lavori in corso al Trocadero e continuai a trovarle
senza sosta fino al Marzo 2007. Comunque i circa 1200 metri che
separano la Fermata della Metro dall'Ingresso del Parc Guell vengono
percorsi in 42 minuti, un tempo, per i miei standard, indegno.
Nonostante la giornata calda e grigia l'ingresso (gratuito) del
Parco è affollatissimo, sembra che tutti i turisti di Barcellona si
siano riversati qui proprio stamattina
|
|
|
Il
Parc Guell è un fallimento di successo. E' una realizzazione dell'architetto Antoni Gaudí
Il periodo della sua realizzazione va dal 1900 al 1914. Doveva essere all'origine come le città-giardino inglesi che il suo mecenate, Eusebi Güell, gli aveva chiesto di costruire su una collina (El Carmel) a nord della città.
Il progetto prevedeva alloggi, studi, una cappella ed un parco, in tutto 60 case, ma solo un lotto fu acquistato e solo due case furono completate. In una delle due abitazioni già edificate, si trasferì lo stesso Gaudí con il padre e la figlia della sorella e ci rimase fino al trasferimento definitivo nel cantiere della Sagrada Familia. La città di Barcellona lo acquistò nel 1922 e lo trasformò in parco pubblico. |
Nel
suo stato attuale il Parco è esattamente un Parco, con viali,
viottoli, strade, stradine, scale e scalette, ogni tanto si incrocia
una qualche strana costruzione, sia essa un Ponte od una Casa e man
mano si ascende alla vetta da cui si domina la città, l'ascesa è
dura per le gambe non allenate e molti mostrano i segni della
fatica, ma alla fine si guadagna la cima, per scoprire che non c'è
più l'ultimo sperone su cui si saliva, sostituito da una spiazzo
dove un tizio vende bottigliette di acqua gelida e qualche panchina
da momentaneo ristoro ai viandanti.
|
|
|
La
sosta è d'obbligo, sia per riprendersi dallasalita sia per ammirare
il panorama che si stende a 360 gradi, davanti a noi Barcellona,
fino al mare e dietro di noi le alture che fanno da base alla Torre
de Collserola ed al Tibidabo. Tra una cosa e l'altra l'ora si fatta
avanti e quindi, anche se molto lentamente, si riprende il cammino
per scendere sullo spiazzale che ospita la famosa panchina a
serpente decorata mosaico, dove i turisti si siedono più per
disperazione che altro, ed altre strane formazioni derivanti dalla
mente di Gaudi. |
Espletata
anche questa funzione si scende dunque a valle, riacquistata la
lucidità, si ripercorre il tratto fino alla Fermata Lesseps, si
incrocia un gatto dall'aria ferocissima ed alquanto bruttino e tra
una cosa e l'altra è quasi ora di pranzo.
<-------
Vai all'Ottava Parte
Vai
alla Decima Parte ------>
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Marcello
Salvi
|
.
. |