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Pretorians in
New York City
Part Two
by Maurizio Spunticcia |
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Purtroppo
per effetto del fuso orario verso le 3 di mattina locali (9 italiane)
apro gli occhi e mi accorgo che su New York si sta abbattendo uno
splendido temporale, con mia sorpresa sento che i tuoni hanno un certo
rumore metallico probabilmente dovuto alla presenza dei grattacieli
che distorcono il suono del tuono, sicuramente non sarà una facile
giornata visto che dobbiamo iniziare il giro nei vari Tobacco Shop
newyorkesi, la prima tappa prevede la visita ad un punto vendita della
catena Barclay-Rex precisamente sulla 42^ strada proprio di fronte
alla Grand Central Station, visto che è ancora notte fonda e non so
che fare scatto qualche foto dalla finestra catturando l’aria
notturna di New York.
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Arrivano
le 7 è ora di prepararsi, anche marco è gia in piedi ci facciamo una
rapida doccia e poi ci vestiamo, purtroppo il tempo è ancora brutto e
la pioggia non ha smesso di cadere, verso le 8.30 usciamo da casa e ci
dirigiamo in un bar per fare colazione, ma forse sarebbe meglio
chiamarlo ristorante per quello che ci mangiamo, cioè delle belle
uova strapazzate con pancetta, patate e tanto ketchup il tutto
annaffiato con acqua e caffè, semplicemente strepitoso. Dopo
questa abbondante colazione prendiamo la metropolitana in direzione
della 42^ strada, devo dire che le banchine della metro newyorkese e
le entrate delle stazioni sono davvero piccole, davvero singolare che
si sono costruiti questi grattacieli enormi e poi sono state fatte
queste entrate minuscole per la metro mha!!!
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Dopo una ventina di
minuti arriviamo a Grand Central Station cuore della New York dei
pendolari, usciti dalla stazione ci troviamo di fronte il primo dei
Barclay-Rex che dobbiamo visitare, da fuori non mi pare molto grande
come Tobacco Shop, noto con piacere che a smesso di piovere. Entriamo
e con mia grande sorpresa il direttore parla italiano, il suo nome è
Franco ed è emigrato dall’Italia esattamente dal Piemonte alla fine
degli anni ’60 con la sua famiglia, persona simpaticissima e
soprattutto fumatore di pipa e di sigaro, scambiamo qualche parola sui
gusti tabagiferi e scopro che ama le e.m. e i buoni virginia, gli
faccio dono di una spilla del club e lui di un ottimo sigaro
nicaraguense che fa parte di uno stock che ha personalmente
selezionato per il negozio.
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Dopo aver acceso il sigaro, davvero
ottimo, incomincio a guardarmi attorno subito il mio occhio cade sulla
selezione dei tabacchi venduti e sostanzialmente gli unici che
catturano il mio interesse sono i G.L. Pease e i McClelland per il
resto trovo Peterson’s, Rattrays, Dunhill, Mac Baren e Orlik e poi
diverse buste di tabacchi “natalizi”, nonché le miscele della
casa che onestamente già dai nomi non mi fanno impazzire e mi
ricordano il Natale. La mattinata scorre tranquilla tra chiacchiere e
risate, mi rendo conto che il motore trainante di questi negozi sono i
sigari, infatti dentro è presente un walkin humidor per la verità
non molto grande ma meta ambita di una gran parte dei clienti che
entrano, ma è pur vero che quasi tutti non disdegnano una buona
pipata.
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Parlando con loro mi rendo conto di quanto sia piu radicata
nella società americana la cultura del sigaro e della pipa rispetto
all’Italia ed infatti in tutta la mattinata è stata solo una
persona a comprare le sigarette. Continuo a discutere con il mio
inglese maccheronico con i presenti e scopro che molti non hanno mai
fumato le sigarette ma solo il sigaro e la pipa, nel frattempo conosco
un altro dei commessi del negozio un simpatico ragazzo di nome Charles
che ama la canzone italiana e subito mi accenna due stornelli che mi
fanno davvero sorridere, gli dico che il mio inglese perlomeno il
parlato non è il massimo e lui simpaticamente mi dice “Io non parlo
inglese ma brokkolino”, infatti è di Brooklin.
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Di rimando gli dico
che io non parlo italiano ma romano, e ci ammazziamo dalle risate
avventurandoci in una discussione romano-brokkolinese davvero
interessante, scopro che ama le pipe italiane ed in particolare le
Castello che fuma il sigaro e che oltre a cantare suona diversi
strumenti tra cui la chitarra e una specie di strumento che lui
definisce il “Flauto arabo”. Il
tempo vola davvero in fretta e ormai dobbiamo andare via, in questo
negozio era esposta una cospicua selezione di pipe Castello che
avevamo spedito dall’Italia e quindi riprendiamo quel poco che è
rimasto e cominciamo a fare l’inventario e i conti,
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Alla fine di
queste operazioni saluto tutti il direttore Franco, Charles e gli
altri due commessi nonché l’altro direttore Mark, con la promessa
che saremmo tornati il mercoledì successivo, mi rendo conto che i
miei piedi non sono più abituati a portare scarpe di cuoio e mi fanno
un male pazzesco, attraversiamo la strada per riprendere la metro e ci
dirigiamo verso il cuore finanziario degli Stati Uniti la mitica Wall
Street nelle cui vicinanze è presente il quartier generale della
catena Barclay-Rex.
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