Martedì 24 la stanchezza è un po’ riassorbita
(forse) e dopo avere lasciato la macchina dal medico (leggesi
meccanico) pregandolo di sostituire la marmitta entro l’ora di
pranzo, si afferra la volo il bus 63 che scaricherà Angelo e me
direttamente davanti al Portico d’Ottavia per una gita nel Ghetto di
Roma, ossia nel Quartiere Ebraico che si trova direttamente alla
spalle della Sinagoga ed esattamente di fronte a Trastevere.
Il Ghetto è stato negli
Anni snaturato, soprattutto dalla parte del Lungotevere sono stati
demoliti interi isolati per far posto a palazzoni moderni ed
efficienti e di tutto l’insieme non rimangono che le poche vie che
si incuneano tra il Portico d’Ottavia e Largo Arenula. La gita è
quindi breve e presto si attraversa il Tevere in direzione del
Quartiere che insieme a Testaccio si contende il vezzo di essere
l’ultimo baluardo della Romanità: Trastevere.
Personalmente non amo molto Trastevere, troppo
“caricato” in certi suoi atteggiamenti, troppo mutato nel tempo e
troppo contaminato da una Romanità becera e chiassona che è
solamente parodia di quella vera, troppo piegato alle esigenze
turistiche ha perso quella genuinità pura che solamente venti anni fa
ancora si scorgeva a pieno e la Festa de Noantri è ormai solamente
una fiera come tante.
Un rapido ritorno a casa, aiutati da un servizio
pubblico stranamente efficiente e dopo pranzo l’ultimo viaggio fino
a Ciampino, dove Angelo prende il suo volo per Bergamo ed io ritorno a
casa rimettendo in garage la provata 205 per qualche giorno di
meritato riposo. Manca meno di un anno a Cagli 2008 !