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La
salita verso Termini Imerese inizia alla Stazione, una delle
più importanti delle Sicilia poiché da qui deve cambiare treno
chiunque voglia andare ad Agrigento proveniendo da Palermo e
Messina, lo scalo inoltre è a servizio dello smistamento
merci dell'intera Sicilia Occidentale, qui vengono scaricati i
vagoni per riempire i camion che poi effettueranno le consegne
in tutte le Madonie. La percorriamo risalendo la vecchia Via dei
Tribunali, ridenominata Via Roma dopo l'Unità d'Italia, una
lunga scalinata di 102 gradini che dal livello del mare sale
fino alla Piazza Umberto I°, un'arrampicata complicata
dall'alto tasso di umidità e dalla temperatura.
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Un
po' di Storia. Le origini della Città si perdono lontano, fu
fondata come Imera nel 648 a.C. dai Greci, nel 480 a.C. alleati
con Akragas, l'odierna Agrigento, sconfissero i Cartaginesi,
guidati da Amilcare Magone, il Generale che aveva qualche anno
prima firmato il patto con i Roma, nel 409 a.C, il nipote di
Amilcare, Annibale, Imera e la distrusse, fece giustiziare
3.000 Imeresi come tributo al nonno caduto in Battaglia 70 anni
prima. Nel 407 a.C. i superstiti ricostruirono la Città 12 km
più ovest, sul sito chiamato Thermae Himerae, dove sgorgano
della acqua alle quali la leggenda dice si lavò Ercole dopo la
Battaglia con Erice, da qui il nome Terme di Imera fino
all'odierno Termini Imerese.
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Nel
253 a.C., durante una della Guerra Puniche i Romani la
sottrassero ai Cartaginesi con l'aiuto degli stessi Termitani,
che memori delle uccisioni di Annibale Magone si consegnarono a
Roma. Da allora rimase fedele a Roma, e fu tra quelle soggette a tributo. Dopo la conquista di Cartagine, nel 146 a.C., Scipione Emiliano
per riconoscenza restituì a Termini le opere d’arte sottratte dai Cartaginesi ad
Imera. Con la caduta dell'impero romano iniziò un periodo di decadenza. Termini fu sede vescovile sino al XII secolo, anche se la serie dei vescovi presenta diverse lacune ed incertezze. Durante il dominio normanno divenne città regia e successivamente entrò a far parte delle città demaniali.
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Dal medioevo e sino agli inizi del XIX secolo fu uno dei maggiori centri di raccolta ed imbarco del grano e di altre derrate che venivano stoccate e sottoposte a dazio in appositi magazzini (Regio Caricatore). La presenza del caricatore fece la fortuna della cittadina che divenne uno dei maggiori porti siciliani ed ebbe intensi rapporti commerciali con le repubbliche marinare di Genova, Pisa e Venezia e con i maggiori porti mediterranei (Marsiglia, Barcellona etc.) e nel XVI secolo anche atlantici. Alla fine del Settecento fu sede della sezione Ereina Imerese dell'Accademia Ereina di Palermo e poco dopo dell'Accademia Euracea. Nel XIX secolo la chiusura del Caricatore del Grano fu l'inizio di una profonda crisi economica.
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Giunti
in cima, mentre mi fermo a salutare zii e parenti il resto del
Gruppo riprende fiato sulle panchine di fronte alla Chiesa del
Monte.
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Marcello
Salvi
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