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Tornando
all'inizio e seguendo la logica illogica della città che mi
ospita ... la prima mattina, appena alzato, bisognoso di
zuccheri complessi e non potendo assumerli direttamente in
albergo a causa dei costi proibitivi (19 euro la colazione),
esco e facendo un giro della Piazza non trovo altro che
friggitorie, venditori di hot dog e catene alimentari americane,
senza scelta opto, più che altro per la posizione defilata e
l'aspetto meno yankee delle altre di Starbucks, che alla fine si
rivela una scelta azzeccata. In fila dietro ad un paio di
tedeschi dall'aria afflitta di prima mattina, adocchio un'orgia
di calorie che mi attira, un Nougatcrememuffin. |
Nonostante
il vizio dei tedeschi di sommare le parole facendone una sola
lunghissima è asfissiante, nel senso che per pronunciarla tutta
si rischia la crisi d'ossigeno, riesco ad ordinarlo senza
stramazzare al suolo, per deglutirlo scelgo un Caffellatte
(scritto proprio così), la ragazza, burbera e scontrosa mi
sbatte il muffin su un piattino e con modi spicci mi indirizza
verso il fondo del bancone per ritirare il Caffellatte, qui
un'altra ragazza di modi completamente diversi mi allunga una
pinta di latte, dove pinta non è scherzo ma un'unità di
misura. Barcamenandomi alla meno peggio tra piattino e tazzona
di latte guadagno il bancone che da sull'esterno, mi siedo
e mi nutro.
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Ad
onore di verità va detto che il muffin era buono, dentro aveva
anche la nutella ed il latte, diversamente da quello Spagnolo o
Francese non era a lunga conservazione o se lo era era di alta
qualità perché il gusto era praticamente nostrano, alla fine
per quantità e qualità, al costo di circa 4 euro, una buona
scelta, tanto che è stata ripetuta nei giorni successivi, con
qualche variante e nutrendo i passerotti con briciole. <-------
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Marcello
Salvi
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