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Mi prendo appena una pausa poi esco prima che cali la sera, visto che il volo era alle 15 e tra una cosa ed un’altra si sono fatte le 18 passate, mi muovo rapidamente lungo l’Under den Linden, il viale sotto i tigli che va dritto da Alexander Platz alla Porta di Brandeburgo,
già dai primi pasi mi accorgo he c'è qualcosa di strano,
sembra di camminare lungo la Main Road di una città di
Provincia Americansky, sembra che tutte le maggiori catene di
fast food nordamericane si siano date convegno tra
Alexanderplatz ed Alexanderstrasse, un vero incubo a stelle a
strisce ed onestamente il puzzo di olio e grasso fritto è
devastante. |
Proseguo
attrabersando la Museuminsel, l'Isola sulla quale ci sono i
principali Musei e tiro dritti, dopo mezzora mi trovo nella
Pariserplatz, davanti la porta di Brandeburgo, per constatarne la pochezza, dal vivo appare veramente poca cosa, metto appena i piedi a Berlino Ovest, quel tanto che basta per oltrepassare la porta e seguendo il vecchio percorso del muro dirigo verso Postdamer
Platz, tanto decantata ma in sostanza un trionfo di vetro, acciaio e tubature del gas e dell’acqua che a Berlino viaggiano a tre metri d’altezza, nei colori blu e rosa e fanno tanto “cantiere sempre aperto”,
capisco che Berlino è una città sconclusionata e quindi lo
sarà anche la narrazione. |
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Seguendo sempre il tracciato del muro segnato per terra da una fila di mattoni, e facendo sempre ben attenzione a rimanere nella parte Est raggiungo la Friedrichstrasse all’incrocio con la Kochstrasse dove si trova il famigerato checkpoint Charlie ed a poca distanza ancora un centinaio di metri del muro originale, a malincuore varco il confine passando sotto l’ultima bandiera rossa che ha sventolato sul Kremlino che si trova appesa sul muro del Museo del checkpoint e mi inoltro lungo la Oranierstrasse alla ricerca di un ristorante che mi è stato caldamente consigliato e che trovo
facilmente, ma questa sarà un'altra storia. |
Lungo
il percorso incontro anche il Monumento alle Vittime
dell'Olocausto, lo attraverso, è claustrofobico. Vista la
struttura della città, ho deciso che il resoconto sarà a
macchia di leopardo, esattamente come Berlino, quindi dividerò
tutti in Settori, che a Berlino si intonano bene, ed invece di
essere lineare salterò di pal in frasca, per darvi la stessa
sensazione che ho avuto io.
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Marcello
Salvi
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