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Arriva il giorno della partenza, per me si tratta di alzarsi all’alba perché devo raggiungere Ciampino con i mezzi non avendo voglia di pagare 30 euro per il parcheggio, di conseguenza sono alla fermata del bus alle 05.27 per prendere il primo della giornata, poi il treno per Cassino dalla
Stazione Termini ed infine il bus dalla stazione di Ciampino all’aeroporto dove arrivo con due ore di anticipo ma va bene così.
Il volo decolla puntualmente alle 09.40 e dopo un’ora e 45 atterra senza problemi ad
Orly, il cielo è coperto ma non piove e la temperatura è buona.
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Acquisto il biglietto
dell’Orlybus e combino un guaio, difatti a bordo apro lo zaino, alla fine preferito al trolley, per prendere il cellulare ed avvertire casa che sono arrivato ma non trovo il telefono, preso dall’ansia
di averlo dimenticato a Roma, tiro fuori il mio cappello dalla borsa, lo appoggio sulle ginocchia e rovisto nello zaino fino a trovare il cellulare, tranquillizzatomi
richiudo lo zaino e quando il bus arriva mi alzo e scendo senza ricordarmi che avevo il cappello sulle ginocchia.
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Ovviamente cade senza fare rumore e senza che nessuno mi avverta, l’autobus era purtroppo pieno di italiani arrivati con il mio stesso volo, tenetelo presente perché l’ultimo giorno questa piccola nota tornerà utile.
Mi accorgo della perdita dopo due ore quando dall’albergo mi predispongo a raggiungere il centro per mangiare e recuperare i Toscani in arrivo alle 16, mi precipito alla stazione dei bus, aspetto un’ora che torni quello con la stessa matricola che avevo preso io, l’autista però è
cambiato.
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Gli chiedo se hanno trovato un cappello,
mi dice che ha appena preso servizio e che gli oggetti smarriti vengono consegnati alla RER dentro l’edificio, entro e chiedo ma nessuno ha portato un cappello
grigio, a questo punto sono arrabbiato, molto arrabbiato, attraverso
Place Denfert come un bufalo in carica e mi infilo nella Rue
Daguerre, alla prima tabaccheria compro una busta di Caporal e ne fumo tre cariche prima di passare dall’arrabbiatura alla contrizione e proprio in quel momento arriva la telefonata di Cinzia che mi informa che stanno salendo sul bus in
aeroporto.
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Appena il tempo di fare la strada a ritroso ed eccoli scendere, curiosamente
dal bus la stessa matricola che avevo preso anche io.
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arcello
Salvi
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