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Georges Simenon, autore dell’immortale Maigret aveva nella vita tre passioni non conflittuali tra di loro, anzi complementari: la scrittura, il cibo e le donne. Della scrittura e delle donne sappiamo tutto o quasi: forse il più prolifico scrittore dell’Era Moderna: oltre 450 i suoi titoli per quasi un miliardo di copie vendute e di questa messe di parole 103 sono gli scritti riguardanti Maigret, una creatura che forse Simenon arrivò anche ad odiare ma che innegabilmente gli dava entrate notevoli che gli permisero ampi margini di manovra per i suoi scritti meno diretti al grande pubblico. Le sue donne sono note e numerose e tra queste va annoverata la madre che lo definì “scrittore fallito”, diverse mogli, una figlia morta suicida anche a causa delle numerose relazioni extraconiugali del padre e della cui morte lui si sentì sempre responsabile, partì per l’Arizona con una moglie e dopo alcuni anni tornò in Francia con un’altra compagna, eppure, in tutta la sua vita, una sola donna è rimasta ferma, fissa, inamovibile nella sua casa. |
Visse con lui
sull’Ostrogoth, lo Yacht con cui navigava lungo i canali del nord della Francia, del Belgio e dell’Olanda, lo seguì in Arizona e nuovamente in Europa, era
Boule, la sua cuoca personale. Lo stesso Simenon ad un dato momento della sua vita visse nella stessa casa con tre donne, la moglie, l’amante e la cuoca, in una situazione che lui stesso definì “obiettivamente ambigua” ed è proprio l’inamovibilità della cuoca che ci svela la sua terza, forse la più vera, passione, l’unica che ha contaminato le altre due ma che da esse è rimasta incontaminata: la cucina !
Simenon era indiscutibilmente un viveur, amava fumare, le belle donne, i bei vestiti, il buon cibo ed il buon bere, nelle foto di lui si nota sempre l’accuratezza dell’intera persona, gli abiti dal taglio perfetto, il cappello, le pipe lunghe e sottili, la presa elegante con due dita.
Nei romanzi di Maigret spesso l’indagine è pretesto per un viaggio nella cucina francese, belga,
fiamminga. |
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Le inchieste del Commissario sono più che spesso corredato di pranzi, cene, colazioni, merende e descrizioni a volte meticolose dei piatti, alla sua morte alcuni Ristoranti Francesi hanno deciso di affiggere nei loro locali, al posto dove era solito sedersi, delle targhe con scritto: “A ricordo di Georges
Simenon, Questo è il posto del Commissario Capo Jules Maigret, Ospite d’Onore e raffinato buongustaio di questa casa”.
Questo intreccio culinario era così evidente che uno dei più insigni gastronomi di Francia, autore di una Enciclopedia di Cucina Francese decise di scrivere un libro dedicato a
Simenon, Maigret e la loro cucina, era Robert Courtine, critico e redattore di Le Monde.
Il libro raccoglie tutte le ricette nominate o descritte da Simenon nei Romanzi di
Maigret, quelle cucinate dalla moglie come quelle mangiate nei bistrot e nelle bettole che frequentava per esigenze di lavoro, va detto che la maggior parte di queste ricette difficilmente avrete modo di trovarle in qualche ristorante per i motivi più disparati.
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Alcune sono ricette datate, non più in uso a causa del gusto cambiato, pietanze troppo povere per essere servite in una tavola calda, poco alla moda o troppo complesse, in alcuni casi ci si trova dinnanzi persino alla quasi impossibilità di trovare gli ingredienti per la loro realizzazione visto che nel frattempo alcuni cibi sono addirittura diventati illegali a causa delle stringenti norme igieniche introdotte via via dalla Comunità Europea.
La cucina di Maigret era cucina quasi da bassifondi, fatta con avanzi e piatti di recupero, povera, spesso poverissima, dalla Quiche alla mitologica Torta di Riso saltata fuori da un’indagine in Olanda, passando per il cassoulet e la bouillabaisse.
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Marcello
Salvi
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