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L’ultima cosa che mi sarebbe potuta venire in mente leggendo, nelle settimane precedenti la partenza, la guida di Amsterdam e rileggendola mentre l’aereo mi portava a destinazione, era che a rimanermi più impresso ed a lasciarmi il ricordo migliore di questa città sarebbe stato il cibo, abituato alla cucina spagnola e francese, che per quanto dissimili dalla nostra, sono comunque di impronta nettamente mediterranea, l’impatto che la cucina olandese, sicuramente nordica, non mi ispirava alcuna fiducia, ma ovviamente vale sempre la norma che un bravo viaggiatore non deve dare nulla per scontato e giudicare solamente dopo avere assaggiato.
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Per semplicità di descrizione dividerò il tutto in colazione, pranzo e cena,
dunque dalla colazione partiamo. Considerando che in Hotel avrebbero preteso qualcosa come 19 euro per il breakfast è ovvio che me ne sono tenuto lontano, tanto più che mi trovavo a due passi dalla
Rembrantdplein, addirittura l’albergo aveva un uscita secondaria proprio sulla piazza e giusto sull’angolo dove si trova un
grazioso locale: L’Opera, situato in un palazzo centenario è diviso in tre sezioni, una prima costituita dai tavolini direttamente sull’ampio marciapiede, una seconda costituita ai tavolini sistemati all’interno di una veranda interamente vetrata ed una terza costituita dai tavolini all’interno del palazzo, io ho scelto di sedermi nei posti in vetrata. |
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Il primo giorno ho voluto provare ad ordinare un cappuccino con un croissant, devo dire che il tutto non era male anche se alcuni difetti strutturali c’erano. Innanzitutto anche in Olanda, come in Francia ed in Spagna, nei bar usano il latte a lunga conservazione (UHT) e non come in Italia il latte fresco. In Francia e Spagna, paesi con territorio il doppio del nostro ed allevamenti concentrati solamente in alcune regioni ha quasi senso visto che il trasporto giornaliero del latte fresco comporterebbe spese che lo renderebbero antieconomico, quindi lo si trasforma per allungare a dismisura i tempi di trasporto, ma in un paese piccolo come l’Olanda perché si arriva a tanto ?
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Semplice ! Agli olandesi il latte fresco serve per fare il formaggio e dunque importano all’estero il latte a lunga conservazione, in realtà a questo servono le quote latte, oppure no ? In ogni caso il cappuccino fatto con il latte a lunga conservazione, pur non essendo cattivo ha un gusto diverso e la schiuma non è compatta ma vaporosa ed inconsistente, il cornetto era buono ma sapeva troppo, veramente troppo, di burro quindi il secondo giorno decido di variare l’ordinazione e mi butto su una cioccolata calda con panna ed un muffin al cioccolato e qui devo dire che le cose sono
cambiate decisamente.
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La cioccolata, decisamente buona e con tanta panna, mi è stata servita in un enorme bicchiere da te russo, quelli con la base ed il manico in metallo, in un piattino con due dolcetti confezionati, il muffin è buono, quasi cremoso, il conto è insolito, 5 euro e 50, considerando che questa è esattamente il costo di un cappuccino al tavolo al centro di Roma mi stupisco
dell’economicità del tutto, da Amsterdam mi aspettavo altri prezzi.
Resterò nuovamente e positivamente colpito da pranzi e cene.
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Tranne un caso decido di pranzare al De
Jaren, un locale d’epoca sull’altro lato del canale rispetto all’hotel, con terrazza sull’acqua, ma io decido di rimanere dentro perché fa freddino, e cenerò al De Blawe
Hollander, un locale prettamente olandese su un fianco del
Prinsegracht, divertente notare come qui le spezie arrivino dalla toscana in bottigliette scritte in olandese. <-------
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Marcello
Salvi
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