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L’Hotel
che ho trovato si trova lungo l’Amstel, il fiume che da origine a
tutti canali di Amsterdam, esattamente davanti alla Stopera, il
Teatro dell’Opera della città, viaggiando ho imparato che spesso
è meglio spendere qualche soldo in più, se possibile, per un Hotel
centrale e comodo invece che per un Hotel decentrato che fa perdere
molto tempo per gli spostamenti, dalla mia posizione teoricamente
non dovrei mai avere bisogno di usare i mezzi pubblici e comincio
subito a testare la questione difatti dalla Stazione mi avvio lungo
il Viale principale, il notissimo Damrak che a Piazza Dam cambia
nome e diventa Rokin, appena incontro una torre svolto a sinistra ed
intravedo la sagoma bianca della Stopera. |
Il
mio Hotel è esattamente lì, ho impiegato circa 20 minuti dalla
Stazione a passo normale, check-in e verifica che non ho avuto la
fortuna di avere la camera con vista sul canale, in effetti sono
solamente sei su un totale di un centinaio ed a me è capitata
quella con vista muro, nel senso che a 50 centimetri c’è il muro
del palazzo adiacente, inglobato nell’Hotel, ma la camera è
comoda e pulita anche se il bagno è minuscolo, in ogni caso sono
ormai quasi le 16 ed io sono digiuno dalle 8, quindi è il caso di
ingurgitare qualcosa, ho un’accurata mappetta dei luoghi
mangerecci ed intendo sfruttarla, ma del cibo intendo parlare in
articoli a parte più avanti.
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Soddisfatte
le vitali ed imprescindibili esigenze inizio un’escursione
pomeridiana della città che nelle mie intenzione, poi perfettamente
riuscite, dovrà portarmi fino al luogo dove cenerò dopo molte ore,
dunque torno sui miei passi, riattraverso l’Amstel che avevo
passato per raggiungere la mangiatoia e mi dispongo a percorrere il
Prinsegracht, dicono il Canale più bello, per tutta la sua
lunghezza o quasi, procedo con molta molta calma, osservo, scatto
delle foto, ogni tanto mi fermo ad osservare meglio, la prima cosa
che noto è la profusione di biciclette parcheggiate ovunque al
punto che la parte di marciapiede dedicata ai pedoni spesso è quasi
impraticabile a causa del gran numero di bici.
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La
parte libera invece è pericolosissima visto che è la pista
ciclabile sulla quale i diligenti olandesi pedalano a velocità
improbabile limitandosi a scampanellare alla vista di un pedone
senza accennare minimamente alla frenata dando per scontato che egli
si sposterà, alla fine è più sicuro camminare sul ciglio della
strada visto che le macchine sono poche e procedono a velocità più
normali, ma soprattutto gli automobilisti hanno maggior rispetto dei
pedoni dando loro la precedenza. Arrivato
alla Westkerk, la Chiesa dove si sono sposati gli attuali regnanti,
attraverso il Canale e torno indietro sulla sponda opposta fino ad
arrivare alla Leidsekruisstrat (bravo chi riesce a pronunciarla),
dove ho un indirizzo mangereccio che mi dicono buono.
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Si trova nella zona della Leidseplein, una piazza attorniata da una serie di vicoli che sembra racchiuda la più alta concentrazione di ristoranti e locali al centimetro quadrato di Amsterdam ed in effetti è un trionfo di luci sgargianti ed insegne curiose, ristoranti greci, italiani, argentini, spagnoli, quello che cerco io è anonimo, senza luci, senza insegne, solamente una vetrina verde sporgente sulla strada ed una scritta bianca, dentro tutto pulito ed ordinato, tavolini molto vicini e piccoli, menù scritto in inglese (che aiuta), non particolarmente economico ma nemmeno troppo costoso, piatti tipici olandesi e come è uso liste separate per pranzo e cena, visto che la cosa qui è incredibilmente differente, comunque mangio bene ed abbondante ed alla fine pago il giusto (circa 20 euro).
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Esco
conscio di avere quasi 3 chilometri a fare fino all’Hotel e con
calma procedo nuovamente lungo il Prinsengracht, improvvisamente
(siamo intorno alle 23) nel silenzio sento una serratura che scatta
e qualche secondo dopo qualcosa piomba ai miei piedi. Un sacco della
spazzatura ! Non faccio in tempo a riavermi dalla sorpresa che un
altro lo raggiunge rotolandogli sopra, poi una porta si chiude
rumorosamente, mi guardo intorno e vedo il marciapiede pieno di neri
e piccoli sacchi di rifiuti gettati alla rinfusa quasi davanti ad
ogni porta ed improvvisamente realizzo di non avere visto neppure un
cassonetto.
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Dunque
ad Amsterdam è uso gettare la spazzatura fuori dalla porta di casa,
direttamente sulla pubblica via, senza neppure accertarsi prima che
non stia passando qualcuno? Sembrerebbe
proprio di si ! Perplesso
raggiungo la mia camera e finalmente, dopo quasi venti ore dalla
sveglia guadagno il giusto riposo. <-------
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Marcello
Salvi
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