Una
tipica frase (o per meglio dire motto) di Holmes è poi:
«Quando hai eliminato
l'impossibile, qualsiasi cosa resti, per quanto improbabile, deve
essere la verità. » (Holmes
parlando con Watson in Sherlock Holmes dà una dimostrazione, sesto
capitolo di Il segno dei quattro). In
pratica anche se ciò che rimane in una indagine svolta per
esclusione può sembrare assurdo, se è l'unica spiegazione logica
deve per forza di cose essere quella corretta e solo accurati
controlli potranno verificare quanto dedotto. È
infatti con Holmes che le tecniche di abduzione, sempre chiamate nel
Canone tecniche di deduzione, assurgono al livello di scienza, anche
perché l'investigatore, che vive con l'amico in quel di Baker
Street al numero 221B, è ricalcato sulla figura di Joseph Bell, un
brillante medico che Doyle conobbe veramente e per il quale, come si
può intuire leggendo i resoconti di Watson, provava grande
ammirazione a causa delle sue eccezionali capacità deduttive. Doyle
conobbe il dottor Bell durante gli studi universitari e ne fu anche
assistente per circa un anno, prima di laurearsi. Bell aiutò
effettivamente la polizia in alcuni casi (tra i quali quello di Jack
lo squartatore) e diede il suo contributo alla nascita della
medicina legale. |
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Altre
caratteristiche salienti di Holmes sono la grande conoscenza del
tessuto criminale londinese, al cui interno aveva numerosi
informatori (in genere ragazzini), e le sue grandi doti
trasformiste, che lo aiutano nella raccolta di molte prove per la
risoluzione dei suoi complicati (per gli altri) casi.
Tende,
poi, a mantenersi lontano affettivamente dalle donne, e questo per
mantenere la mente sempre lucida e sgombra da pensieri inutili e
svianti ("l'amore è un'emozione, e tutto ciò che è
emozione contrasta con la fredda logica che io pongo al di sopra di
tutto." da Il segno dei Quattro).
Solo
nel racconto Uno scandalo in Boemia Holmes mostra di provare una
grande ammirazione per Irene Adler, l'unica donna che sia mai
riuscita a ingannarlo, ma tale sentimento non può essere definito
amore. Nutriva, poi, una certa diffidenza sulle tecniche
investigative di Scotland Yard, divertendosi alle spalle
dell'Ispettore Lestrade pur aiutandolo soprattutto per soddisfazione
personale.
Ha
poi un difetto che, con il prosieguo della serie venne via via
cancellato da Doyle: ogni volta che era in uno stato di inattività,
per combatterne la depressione e mantenere la sua mente in
movimento, faceva uso di cocaina o morfina. |
Successivamente
tale dipendenza sarà sostituita dalla pipa (anche in questo con un
certo disappunto da parte di Watson, perché arrivava, soprattutto
per le indagini più complesse, ad affumicare completamente il
soggiorno del loro appartamento).
«Sherlock
Holmes tolse dalla mensola del caminetto una bottiglia e una siringa
ipodermica da un lucido astuccio di marocchino. Con dita lunghe,
bianche e nervose, fissò all'estremità della siringa l'ago sottile
e si rimboccò la manica sinistra della camicia. I suoi occhi si
posarono per qualche attimo pensierosi sull'avambraccio e sul polso
solcati di tendini e tutti punteggiati e segnati da innumerevoli
punture. Infine si conficcò nella carne la punta acuminata,
premette sul minuscolo stantuffo, poi, con un profondo sospiro di
soddisfazione, ricadde a sedere nella poltrona di velluto. »
(da
Saggio di scienza deduttiva, primo capitolo di Il segno dei quattro)
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Marcello
Salvi
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