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Rieccoci
ai primi colori della Primavera a ripartire per Pordenone, questa
volta però la nostra rotta è leggermente sghemba, rotta diretta
sul Vajont, con leggera deviazione a Preganziol. Come in un classico
romanzo d’appendice l’alba è livida (vorrei vedere diversamente
alle 05.30), dotati di ben due navigatori per essere sicuri di non
mancare la meta filiamo lisci sull’autostrada fino a
Montepulciano, tappa deputata alla colazione e poi nuovamente via
veloci verso il passante di Mestre, dove Mauro ci aspetta per
condurci a trovare Carlo.
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E
fatto il nostro dovere, cosa privata, si riparte ancora verso Nord,
verso Longarone, sotto una pioggia che diventa insistente e
fastidiosa fino a convincerci, alle porte del paese, a rifugiarci
nel primo ristorante aperto, l’ora tarda ci consiglia di sbrigarci
prima che ci chiudano le cucine in faccia, scelta azzeccata, tra
affettati misti, mozzarelle di bufala, tagliatelle al capriolo,
gnocchi allo speck, polenta, funghi, formaggio fuso, salsiccia, vino
della casa, strudel e limoncello alla fine tornare in macchina è
quasi una fatica. |
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Ma finalmente siamo pronti,
appena fuori basta fare un chilometro ed eccola la sommità della
diga che ci appare all’uscita della valle dall’altra parte del
letto del fiume, la diga che non venne giù è talmente vicina che
ci sembra di toccarla con le mani, ma ancora c’è da camminare per
arrivare su, in cima alla montagna che la contiene.
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