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VIII
Copa Barcelona
14.06.2008 ---
Prima Parte ---
Sulla
Via di Barcellona
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Nebbia,
questa è la prima cosa che vedo aprendo la finestra, la nebbia il
13 Giugno a Roma sembra uno scherzo, un'alba livida come non ne
vedevo da tempo e gli autobus che la tagliano con i loro fari, le
5.30 del mattino sulle strade si svolge una battaglia campale; i bus
che hanno finito il servizio notturno tornano ai depositi e quelli
che devono iniziare quello diurno vanno a prendere servizio,
contemporaneamente le ultime corse della notte si accavallano con le
prime del giorno e così è tutto uno sfrecciare di mezzi pesanti.
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Il
mio passa alle alla fermata 05.40, sono l'unico passeggero, arrivo
al binario qualche minuto prima del treno che appare, due occhi
gialli nella bruma, di lì a poco, i 55 minuti fino a Fiumicino li
passo leggendo il giornale razziato in Stazione. Alle 07.01 sono
davanti al check-in, con 39 minuti di anticipo, quindi con ben due
ore e quaranta al decollo, per fortuna Fiumicino è grande, quindi
fatto il chek-in mi butto in libreria e dopo accurata scelta
acquisto Madame de Maupin, si rivelerà un portentoso sonnifero.
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Imbarco,
sequenza di decollo, rullaggio. Quando l'aereo stacca e ti da quella
strana sensazione di repentino strappo dalla gravità, spero che i
sette mesi senza voli (con rinuncia a Bilbao, Valencia e Chicago)
siano serviti e mentre lo penso sento il pilota che urla nel
microfono "WE GO ! GO VUELING GO !". Attimo di stupore
generale e poi altrettanto generale risata. Il cielo azzurro si stende tutto intorno e ci
accompagna fin negli ultimi minuti di discesa, quando uno strato di
nuvole decisamente tenace ci regala qualche sobbalzo di troppo.
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L’Aeroporto
di Barcellona non lo riconosco più, è tutto cambiato, lavori
ovunque, gru che proiettano ombre inquietanti, impiego qualche
minuto a trovare la metropolitana, faccio al volo il biglietto alla
macchinetta automatica e salgo un istante prima che parta,
considerando che ne parte una ogni mezzora sono stato fortunato,
scendo a Saints dopo circa 10 minuti e prendo la Linea 3 in
direzione Canyelles, altri 20 minuti e scendo a Mundet, non mi è
difficile trovare l’Albergo, proprio in cima alla collina alle
spalle del Velodromo.
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In
realtà non è un vero albergo ma una Residencia Universitaria,
comunque mi piace, ha una grande sala comune con macchinette
distributrici di snack e bibite, una patio esterno con sedie ottimo
per fumate rilassanti ed un bel prato con gatti. Il tempo su
Barcellona è coperto ma la temperatura è buona, decido di fare un
giro in città visto che mancano almeno due ore all'arrivo di Cinzia
ed Enzo, ma quando esco dall'albergo, dopo duecento metri mi scontro
con un muro di scirocco impenetrabile, ripiego sul fortino che si
trova appena dietro il Velodromo e decido di tornare in albergo. |
Riavutomi
dallo shock termico rinuncio definitivamente alla visita in centro e
mi avvio a visitare il quartiere dove si trova l'albergo, un
quartiere nuovo, fatto di palazzi puliti e tirati a lucido, tutto
molto bello ma anonimo, me ne torno in albergo, mi siedo nel patio
con un Henry Wintermans ed attendo. Dopo circa un'ora arriva la
telefonata, scendo alla fermata della Metro a recuperare i Toscani.
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Marcello
Salvi
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