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L’antipasto
in piedi nella Hall dell’Abba Triana, che sembra un’astronave
atterrata sulla Torre di Babele, è interessante ma per gran parte
irriconoscibile, nel senso che ciò che mettiamo in bocca rimane
spresso oscuro, anche se saporito, i “questo potrebbe essere” ed
i “a me sembra” si sprecano, ma è tutto buono e le ragazze con
i vassoi passano in continuazione. Esaurita la pratica antipasto si
passa al pasto vero e proprio che viene servita in una sala identica
a quella dell’Esposizione e della Gara con il classico sistema
visto anche a Madrid, ossia con i camerieri che accorrono appena
vedono che hai il bicchiere vuoto ma senza che ci sia sul tavolo
alcuna bottiglia. Un primo piatto di pesce, un secondo di carne ed
un dolce prima di preparsi alla tenzone, il tutto non in quantità
eccessive ma forse un po’ pesantino nell’insieme e sulla Gara se
ne risente, almeno io ne ho risentito.
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