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The Cagli Experience
2007
Volume II |
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Anche senza sveglia le abitudini son dure a morire
ed alle 7.30 vedo la luce filtrare tra le persiani ed il miagolio
della famigliola nel giardino che attende la colazione, ancora
assonnato nutro i cuccioli e provo a mettere il caffè sul fuoco,
tolgo dalla stagnola il rotolo di pan di spagna al limoncello con
marmellata di fichi, anche questo opera della mamma di Paolo e vedo
apparire le faccie poco sveglie degli altri ai quali forse batte
ancora in testa un po’ del Nero d’Avola e già che siamo con il
nero, per smentire tutti che da un anno ci dan dei fascisti il
Vicepresidente Giuliani non trova di meglio che vestirsi in camicia
nera !
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Crudelmente assassinato il
rotolo c’è biosgno di un secondo caffè per tutti, si carica la
macchina scaricata la sera prima, si chiude la casa accertandosi che
nessun gatto sia rimasto
chiuso all’interno e si dirige la prua su Graffignano, da qui poi
scenderemo verso Alviano, i laghi di Corbara e poi verso Gubbio ed
Umbertide, si procede con calma, ci si accende la pipa, la giornata è
assolata, la strada a tratti dritta da non vederne la fine, a tratti
tortuosa, si attraversano paesini anonimi d alfine si gudagna la E45
che ci condurrà fino ad Umbertide.
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Ma il destino avverso si
presenta all’improvviso con un suono sinistro, con un colpo alla
macchina che tiene botta, ma quando fermiamo il mezzo sulla corsia
d’emergenza il danno è evidente, la ruota anteriore destra è
andata ed una strisciata di 200 metri segna l’asfalto dietro di noi.
E la ruota di scorta è nel bagagliaio sotto tutto il carico che va
depositato a bordo strada, quasi sul prato per procedere alla
riparazione d’urgenza.
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I due Vicepresidenti si
affannano ma giunti al dunque la ruota non vien via, probabilmente
deformata dalla dinamica dell’incidente è incastrata tenacemente al
mozzo centrale, e quando già si prospetta di dover chiamare un carro
attrezzi Zak con un calcio ben assestato risolve il problema e la
ruota maligna cade ruzzolando nel prato.
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Il ruotino da poca sicurezza e la marcia ripresa
procede incerta, almeno fino alla prima stazione di servizio dove si
fa controllare la pressione e si prende un altro caffè. Si riparte e
giusto alla porte di Cagli ci si imbatte in lavori e ci tocca
aspettare dodici minuti ad un semaforo fuori della galleria, ma
l’attesa è confortata dal sapere che al fondo del tunnel la meta è
guadagnata.
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Marcello Salvi
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