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PARIGI
(Gemellata
con Roma)
1956
- 2006
(Parte
Terza) |
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Per
quanto detto nel precedente articolo anche in questa fine d'inverno
mai arrivato mi preparo a partire per Parigi, dal solito Ciampino
che politici miopi e burocrati stolti stanno per mandare
definitivamente in pensione. Il viaggio sarà da incubo ! Il
passeggero davanti a me decide che deve testare fino a che punto si
può abbassare lo schienale, la ragazza che mi siede accanto è iper
nevrotica ed ogni 30 secondi deve prendere o mettere qualcosa nella
borsetta che tiene sotto il sedile e mi rifila una gomitata, chi mi
siede dietro, incolpevole, è alto due metri ed il poco spazio a
disposizione lo costringe a viaggiare con le ginocchia conficcate
nello schienale del sedile davanti, quindi nella mia schiena.
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Toccare
la pista di Orly è un sollievo ! L'aereo si vuota rapidamente e
rapidamente attraverso l'Aeroporto, che meraviglia, non ero mai
atterrato a Orly e mi sembra di fare un salto indietro nel tempo, mi
ricorda improvvisamente il vecchio Aeroporto De Gaulle, quello fatto
di alluminio ed acciaio, così Anni '60 e non quello moderno, fatto di
cemento armato e più simile ad un centro commerciale. In fondo
all'aree uscite faccio il biglietto e prendo l'Orlyval, il Metro
Automatique. Un trenino senza conducente che serve solamente due
stazioni e prima vola, letteralmente, a 20 metri da terra, e poi
viaggia in trincea, a velocità costante ed in sei minuti ti porta ad
Antony, dove puoi prendere la Metro RER per Parigi.
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L'Hotel
che scelgo per queste mie incursioni si trova in Boulevard du Picpus,
strada di Magrettiana memoria (ricordate "Firmato Picpus"
?), ma soprattutto in una zona di Parigi ben lontana da attrazioni
turistiche di qualsiasi genere, una zona in cui vanno solamente i
Parigini, vera e non finta come il Quartiere Latino, a due passi da Place de la Nation. E' inoltre un punto
strategico poiché proprio qui si incrociano le tre linee più
importanti della Metro RATP, la 1, la 2 e la 6, con le quali ogni
luogo di Parigi è a portata di mano, senza contare che a 200 metri
c'è uno degli storici rivenditori di Caporal Export. Da qui
raggiungere Montparnasse, Montmatre o gli Champs Elysee è questione di
poco più di un quarto d'ora.
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In
quest'occasione la mia visita a Parigi doveva essere impreziosita da
un Reportage alla Galerie de la Seita, un Museo dove erano raccolte
pipe ed oggetti legati al Fumo gestito dalla Seita appunto. Giunto sul
posto, vicino a Les Invalides, in una traversa di Rue Jean Nicot
(quando si dice il destino !) scopro amaramente che la Galerie non
esiste più, chiedo ad un distinto signore che fuma fuori dagli uffici
dell'Air France, che ha nello stesso palazzo degli uffici, il quale mi
risponde con un vero e proprio epitaffio: "C'est fini !",
è finita, nel senso che è stata smantellata definitivamente.
Che tristezza ! Abbandono l'obiettivo e mi dirigo verso i due
"obblighi" parigini.
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Attraverso
quindi a piedi il Ponte Alessandro III e mi dirigo verso il Rond Point
passando davanti al Grand Palais ed al Petit Palais, come al solito
assalito dai visitatori che vanno a qualche mostra che si sta
svolgendo al loro interno. Ci sono alcune cose che DEVO fare
quando vengo a Parigi, è un rito quasi scaramantico, la prima è una
passeggiata sugli Champs Elysee con tappa al numero 27, dove c'è il
negozio del Paris Saint-Germain, dal quale devo uscire con almeno un
gadget della squadra, fosse anche soltanto un accendino con il logo.
Proseguo dopo avere acquistato due accendini, un paio di guanti ed un
borsello che farà furore all'Aeroporto di Orly.
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Continuando
sugli Champs Elysee in direzione dell'Arco di Trionfo incontro un
obbrobrio, un palazzo che per motivi oscuri è stato incapsulato in
una struttura di vetro e acciaio colorata, negazione delle ultime
tendenza parigine che invece si erano sabilizzate sulla conservazione
dei palazzi, che venivano si demoliti, ma lasciando intatta la
facciata lato strada per non deturpare l'architettura generale. Passo
davanti al Pizza Grill Roma e poi al Pizza Pino, gli unici luoghi di
Parigi dove se proprio avete voglia potete mangiare una piazza decente
e vado a prendere la Metro per continuare "el ritual" in
direzione del Canal St. Martin, che a mio parere merito un pezzo a
parte solamente per lui.
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Marcello Salvi
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