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Bergamo
23 Febbraio 2007
Mariano Comense Parte
Prima |
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Percorrendo
il Raccordo Anulare alle 4.45 del mattino sono un po' perplesso, la
nebbia è così fitta che mi fa temere per la regolarità del mio volo
per Bergamo, fortunatamente quando arrivo al parcheggio in testa alla
pista mi rendo conto che l'area dell'Aeroporto è completamente
sgombra. Il volo è strapieno ed il cielo sgombro, 44 minuti bastano
per toccare il suolo ad Orio, Gianpiero appare appena esco dall'area
volo e dopo 15 minuti insieme ad Angelo, il Conte, D'Ario siamo al Bar
di Bonate a fare colazione con cappuccino e brioche, non sono ancora
le 9 del mattino e si perde un po' di tempo in chiacchiere fino alle
10 quando si parte alla volta di Mariano Comense.
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Il
viaggio non è lungo ma intricato, riuscire a districarsi nel dedalo
di stradine che si dipanano nella pianura è cosa non semplice, ma
alla fine riusciamo ad individuare il luogo, anche perché un'edicola
che ha come insegna all'ingresso una scopa con sopra un cartello con
disegnate delle pipe difficilmente potrebbe essere gestita da altri
che da Bruno, a stretto giro arrivano anche Pit, Paolo e Raffaele.
Nell'ampio spazio interno spicca subito una anomala in un'edicola: una
vetrina con delle pipe, alcune bellissime in schiuma ed altre
altrettanto belle in radica, delle quali nel corso della visita un
paio cambieranno proprietario.
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L'occasione
è propizia per una fumata ma prima occorre testare il Negroni Longoni,
cosa che in realtà ha il coraggio di fare solamente Pit, noi tutti ci
gettiamo su più normali aperitivi semi alcolici, conditi con
abbondanti libagioni, dai nervetti alle classiche patatine, a meno
classiche patatine messicane spalmate di cremine saporite, noccioline
e pistacchi. Peccato che Bruno non abbia potuto chiudere 5 minuti
l'edicola a causa della rottura della porta avvenuta proprio quella
notte durante un furto. E dopo l'aperitivo una bella fumata tutti
insieme ci sta bene, ci sta anche che sia riuscito a rompere per la
prima volta una pipa, la Miniatura di Martin che scivolatami dalla
bocca ha picchiato al suolo rompendo il perno.
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Giunta
l'ora del pranzo si decide di andare ad un sedicente Ristorante
Brasiliano a 50 metri da lì, di brasiliano aveva nulla però abbiam
mangiato bene, per soli dieci euro amatriciana, calamari con patatine
da bere e caffé, rifocillati e ripostati dopo avere passato una paio
d'ore in piedi concludiamo la visit a Bruno con un'altra bella fumata
davanti l'edicola, salutiamo anche Pit ed i restanti decidono di
puntare su Monza dove Chino avrebbe individuato un Tabaccaio con
vecchie pipe interessanti.
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Marcello Salvi
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