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Bilbao
è gotica, grigia, fumosa, sonnolenta, metallica; soprattutto
quest'ultimo aggettivo le si adatta particolarmente, è tutto un
fiorire di acciaio lucente, piastre, rotaie, tubi, cavi, catene,
ancore. Il Sole sorge tardi e cala presto, i Pirenei la stringono in
un abbraccio avviluppante, il fiume che le scorre dentro è melmoso,
quasi denso, oleosamente translucido. Il Golfo di Biscaglia, porta
dell'Atlantico, la pone al riparo dai venti del Nord ma non dai suoi
freddi, dalla pioggia gelida e penetrante, dalla neve candida che a
tratti la ricopre di una coltre pulita che, se possibile, accentua
ancora di più i suoi riflessi di acciaio e titanio. Un luogo dove
tutto è ciò che appare.
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Qui
dimenticatevi la solarità violenta, quasi ostentata, di Barcellona
o Valencia, scordatevi l'anima "sin dormir" di Madrid,
Bilbao no es España, es Bilbao. Mi piace ! Ha la sfrontatezza di
non essere uguale a niente altro che a se stessa, un po' come Roma. Il
primo impatto è con la periferia, la Estacion de Bus di Basurto,
devo arrivare dall'altra parte della città ma non è difficile, qui
fa capolinea l'Euskotran, un proiettile color panna con modanature
verde acido che è un pugno nello stomaco al mainframe di Bilbao,
una scia di colore che, scivolando su lucide rotaie, costeggia il
fiume da Basurto al Casco Viejo, il cuore antico di Bizcaia.
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Il
tragitto da Basurto ad Arriaga dura 15 minuti, invariabilmente, il
sistema scandisce i tempi al secondo, il computer di bordo comunica
con i semafori che si predispongono al via libera, l'Euskotran non si
ferma che dove e previsto e anche quando non ci sono passeggeri da
far scendere o salire rispetta la fermata, i tempi sono prefissati,
non si può sgarrare ne sul ritardo ne sull'anticipo. Piove di una
pioggia fastidiosa, non copiosa ma urticante che mi accompagna fin da
Roma. A Ciampino, a causa di una violenta grandinata durata ben 15
minuti decolli ed atterraggi sono stati interrotti e la fila di aerei
in attesa si è allungata.
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Il
ritardo sull'orario previsto è di circa 40 minuti e quando si imbocca
la pista per il decollo piove ancora e l'aereo in corsa solleva una
nuvola di acqua vaporizzata che stando ancora a terra già sembra di
volare tra le nuvole, per lasciarsi alle spalle Roma e attraversare lo
strato nuvoloso che la sovrasta ci vogliono diversi minuti e quando
appare il mare sotto di noi la costa è già sparita da tempo,
arrivare sulla verticale di Alghero è un attimo e mentre mi godo un
episodio si Star Trek con il mio DVD da viaggio sento il comandante
che ci avverte che siamo sopra Barcellona, che dal finestrino, nel
Sole del primo pomeriggio, appare come una macchia indistinta di
colore.
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Da
qui in poi le nuvole la faranno da padrone e prima di rivedere sotto
le ali un lembo di terra siamo già sopra la Navarra e sotto di noi
appaiono le vette innevate dei Pirenei e dopo pochi minuti un solitario
raggio di Sole illumina la verde Cantabria e ci lascia scorgere,
all'orizzonte, un lembo dell'Oceano Atlantico, da qui in poi si balla.
Sul Golfo di Biscaglia imperversa una tempesta, per atterrare a
Santander dobbiamo attraversarla per forza, prendiamo tre violenti
vuoti d'aria in rapida sequenza e durante l'ultima fase di
avvicinamento un fulmine scoppia qualche decina di metri sotto l'ala,
un bagliore azzurro ed uno schiocco accompagnano un improvviso colpo verso l'alto.
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Purtroppo
il ritardo in partenza è stato mantenuto e quindi ho perso il bus per
Bilbao, il successivo è dopo un'ora, fatto il biglietto alla
Stazione degli Autobus di Santander mi rilasso e mi concedo un
cornetto, che come abitudine in Spagna mi viene servito in un piatto
con forchetta e coltello, cosa che trovo sempre molto singolare. Ma la
giornata è un pò così ed a causa delle cattive condizioni meteo
anche il bus è in ritardo, arriva alle 15.10 e riparte alle 15.15,
l'autostrada è trafficata e la velocità ridotta, il viaggio dura
un'ora e mezza e quando arrivo al capolinea dell'Euskotran sono già
passate le cinque del pomeriggio. Ho dubbi che riuscirò a concludere
tutto il programma previsto, il pomeriggio è andato.
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Mi
ero ripromesso di visitare alcuni tabaccai tra quelli recensiti dal
sito del Barcellona Pipa Club. Quello con la recensione migliore è
Estanco Neguri, che si dice abbia disponibile ogni tabacco presente
nel listino spagnolo, ma verifico subito che Neguri è un sobborgo
residenziale che si trova 15 km a nord di Bilbao, lo si raggiunge con
la Metro ma non mi va di farmi mezzora di metro e poi andare a cercare
il tabaccaio, preferisco concentrarmi su quelli centrali, quindi dopo
avere lasciato i bagagli in albergo esco ed a piedi mi dirigo verso l'Estanco
Haller in Alameda de Urquijo 21, una strada a ferro di cavallo molto
centrale. Dopo averla percorsa quasi tutta lo identifico e resto
decisamente deluso.
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Nonostante
la T marrone che identifica la rivendita e la scritta Cava de Puros,
fin da fuori dà l'impressione di un gioielleria, la vetrina in
laccato bianco ed acciaio espone molti articoli per fumatori di gran
prezzo, portasigari, tagliasigari, humidor e poche pipe, rinuncio e
passo oltre. Nel frattempo si son fatte quasi le 20 e sebbene non sia
abituato a mangiare così presto, non conoscendo le abitudini del
posto ed avendo nello stomaco solamente un cornetto nelle 24 ore
decido di rimediare prima che sia troppo tardi. Un panino al fast food
della Stazione di Abando e la pratica è archiviata. Ora posso
dedicarmi per il resto della serata ad un pò di turismo.
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Passeggiare
per le viuzze del centro ricorda da vicino certi centri del Sud
Italia, il Decumano ed il Cardo di Romana memoria, strade che si
incrociano sempre perfettamente e che compongono un reticolo fitto,
un'unica variante la piazza, peraltro piccola, della Cattedrale,
ovviamente Gotica !
Basta
però attraversare il fiume Nervion per abbandonare la perfezione
geometrica e trovarsi in un città diversa, a tratti spaziale.
L'ascensore che sulla Gran Via porta alla Metro Abando, sbuca dal
marciapiede, tutto acciao e vetro come un'enorme capsula di posta
pneumatica, sembra uscito da Star Trek, così come l'enorme
chiocciola in alluminio e plexigas che nasconde le scale per la
Metro.
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L'interno della Stazione è ancora più futuristico, sembra
l'attracco di un avamposto ai confini dell'universo e quando un paio
di ragazze con i capelli verde bottiglia e i vestiti da Day After
appaiono dalle scale mobili la senzazione di veder d'un tratto
spuntare un Klingon o un Romulano è fortissima. come primo giorno
decido che può bastare, sono in piedi dalle 5.30, le 22 sono passate
e comincio a sentire un pò di stanchezza, recupero la via
dell'albergo e me ne vado a nanna sperando che la giornata che verrà
mi concederà un tempo più clemente e qualche soddisfazione in più,
su tutti i fronti, difatti la televisione mostra immagini di
autostrade bloccate per neve.
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Marcello Salvi
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