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L'Obelisco
di Ramsete
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Mi
sembra giusto iniziare il resoconto di questo incontro estivo con
l'immagine del Monumento a Goethe che Roma ha dedicato ad uno dei suoi
maggiori cantori. Un Incontro nato al volo nella tarda serata di un
sonnacchioso Ferragosto Romano.
L'appuntamento
è sotto l'Obelisco di Ramsete II che volgarmente viene detto
Flaminio, in Piazza del Popolo, perché a Roma tutto deve avere almeno
due nomi, come l'Anfiteatro Flavio, che altro non è che il Colosseo,
o come l'Aeroporto Leonardo Da Vinci, che altro non è che Fiumicino,
o come Piazza Quadrata, che altro non è che Piazza Buenos Aires, o
come Piazza della Repubblica che altro non è che Piazza Esedra, ed
alla via così ... provate a chiedere ai Romani come arrivare a
Piazza Buenos Aires e vedrete che nessuno, o quasi, saprà dirvelo, ma
provate a chiedergli di Piazza Quadrata !
Pur
essendo particolarmente ottimista avevo previsto di impiegare almeno
un'ora per arrivare in centro con i mezzi pubblici, mai mi sarei
aspettato di impiegare solamente 25 minuti, per questo ho deciso di
scendere dal bus qualche fermata prima e di attraversare a piedi Villa
Borghese, passando per l'appunto sotto il Monumento a Goethe.
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Passando
da Piazzale della Camelie osservo lo scorcio di Villa Medici ed
addentrandomi nella Villa, nella quale sono entrato dalla porta di
servizio perché l'ingresso principale sarebbe da Piazzale Flaminio,
passo accanto ai vecchi Impianti di Elevazione dell'ATAC ed al fuori
uso, grazie alle sassate di qualche idiota, Orologio ad Acqua, al
Monumento ad Enrico Toti, ma queste cose saranno oggetto di attenzioni
separate.
Arrivato
su Piazzale Napoleone non resisto a fare il turista fino in fondo e
scatto la classica foto panoramica con Cupolone sullo sfondo e qualche
foto aerea della Roma che dorme là sotto la sommità del Pincio.
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Neppure
le palme del Piazzale Napoleone, che fanno tanto Bengasi, e la Fontana
di Via D'Annunzio, che avrebbe bisogno di una ripassata, sfuggono al
clic e neppure la Colonna con i Rostri !
E
come dimenticarsi del Palazzo che fa angolo con Via di Ripetta che
ospita il Rosati ?
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Le
scale che da Viale D'Annunzio scendono verso la Piazza sono consunte
dai Secoli ma piacevolmente ombrose, la Piazza invece è assolata e
calda, il Sole picchia come suo dovere e solamente alcune panchine in
travertino sul perimetro sono beneficiate da una moderata assenza di
Sole, le due Chiese Gemelle risplendono come fossero state inaugurate
ieri, mentre in cielo una mezza Luna perfetta, quasi confusa tra le
nuvole rade si confonde con esse.
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Ed
eccolo l'Obelisco di Ramsete II, uno dei 17 Obelischi di Roma,
ovviamente senza contare quello di Axum che è recentemente tornato in
volo verso l'Africa, nessuna città al mondo può vantarne un simile
numero, tacendo quelli rimasti sepolti nell'oblio del tempo ed ancora
da scoprire sotto qualche collina fiorita, si conta che per quanti si
ergono alti nei cieli di Roma altrettanti potrebbero riposare
dimenticati, stesi su un fianco, in qualche antico sito archeologico
ancora da scavare, le navi Romane ne portarono dall'Egitto a decine.
Avvolto
nelle impalcature, un ritocchino dopo 3.300 anni ci voleva proprio, fu
portato a Roma al tempo di Augusto e piazzato al Circo Massimo, Sisto
V lo fece poi portare nell'attuale sede sulla Piazza, i suoi
geroglifici risalgono al 1.300 avanti Cristo, è alto 24 metri,
solamente un metro e mezzo in meno di quello di Piazza San Pietro che
è il più alto di Roma.
Rivaleggia
con quello di Thutmose III, noto come l'Ago e di Cleopatra posto sul
Victoria Embakment di Londra, mentre il suo Gemello, l'altro Obelisco
di Ramsete II fa bella mostra di se sulla Place de la Concorde a
Parigi, con la punta ricoperta d'oro.
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La
Caserma Giacomo Acqua sotto la quale fu sistemato il patibolo al quale
vennero ghigliottinati il 23 Novembre del 1825 i Carbonari Angelo
Targhini e Leonida Montanari, condannati senza processo e senza difesa
, la cui vicenda è magistralmente narrata nel film di Magni
"Nell'Anno del Signore", la
targa, visibile nella foto sotto la finestra aperta fu posta il 2
Giugno 1909.
Ed
ecco che finalmente l'Incontro si concretizza, quattro chiacchiere
seduti ai bordi dei Leoni dell'Obelisco, altre quattro su una delle
panchine del perimetro, un Caffé al Canova, qualche altra chiacchiera
sulle scale della Chiesa degli Artisti e quando l'ora di pranzo un bus
che attaversa Villa Borghese, un tram, un filobus da prendere sotto
Porta Pia e si torna a casa, almeno fino al prossimo Incontro.
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Marcello Salvi
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