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Giunto
a Firenze decido di fare una passeggiata e quindi dalla Stazione
vado verso Piazza Poggi, alla quale è legata una parte importante
della mia adolescenza, sul Lungarno Torrigiani si trova un piccolo
giardino con in un angolo una Chiesa Protestante apparentemente in
disarmo e qui assisto a una scena disgustosa, un ragazzo di
colore, con uno zainetto, sta fotografando le aiuole fiorite con
il suo cellulare, quando un cagnetto festoso lo assale,
probabilmente pretendo di giocare, il ragazzo che veste anche un
pantalone chiaro si ritrae e chiede educatamente alla signora che
lo porta di richiamarlo, per tutta risposta la vecchia babbiona lo
invita a tornarsene a casa sua se la cosa gli dà fastidio. |
E
continua blaterando ad alta voce che questi negri vengono a casa
nostra e pretendono anche di dirci come dobbiamo comportarci ma non
a tutti piace avere addosso le zampe fangose di un cagnolino,
soprattutto se hai indumenti chiari e non c'entra proprio nulla
con il voler imporre le proprie regole, il ragazzo capisce
l'antifona e mestamente si allontana senza rispondere, io mi siedo
sulla panchina accanto alla signora, accendo il mio sigaro e mi
curo di sbuffare nella sua direzione quanto più fumo mi è
possibile, finché la vecchiaccia, blaterando qualcosa di
incomprensibile non si alza e se va a quel paese. |
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Finito
il mio sigaro mi incammino, attraverso, l'Arno sul Ponte alle
Grazie, dove qualche mentecatto ha installato una scultura che è
un istigazione al suicidio e mi dirigo verso Piazza della Signoria
per tornare alla Stazione, passando davanti agli Uffizi e a un
presidio armato dell'Esercito che non mi trasmette alcuna
sicurezza ma altresì inquietudine e dopo un fugace pasto
internazionale guadagno infine il binario. <-------
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Marcello
Salvi
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