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La
mattina di Sabato comincia bene, una colazione in camera alle
prime luci del Sole in attesa di quella vera, il programma è
semplice e lineare, rotta diretta verso il Duomo,
successivamente rotta diretta verso il Belvedere ed infine
l'ultima tratta fino al luogo di gara dove mangeremo e
gareggeremo per poi tornare in serata in albergo, zaino con
gilet in spalla scendo nella hall dove vengo informato che è
necessario modificare il programma, serve una sosta a metà
giornata, prima di andare sul luogo di Gara bisogna tornare in
albergo per una pausa. Quando si viaggia la cosa peggiore che si
possa fare è rompere il ritmo.
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Il
corpo umano è una strana macchina, se lo mettete alla frusta
regge ma quando gli chiedete di fermarsi, anche per poco, fa una
fatica maledetta a ripartire, lo sa chi passeggiando in montagna
ha fatto la fesseria di sedersi un attimo su una roccia per
riprendere fiato, rialzarsi e ripartire è difficilissimo, prima
di tutto mentalmente e poi fisicamente, far raffreddare il
motore è l'inizio della fine. In ogni caso mi adeguo e dopo
avere lungamente peregrinato per trovare uno spaccio di caffè
finendo per fare colazione in un angolo della stazione metro si
va verso il Duomo.
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