| |
|
|
|
|
Il
quarto giorno, penultimo è destinato a Dresda, doveva essere il
terzo, ma a causa delle incerte condizioni meteo si è preferito
posporre, ci sia alza presto ma neppure troppo, si è deciso
alla fine di prendere il treno delle 10.29 per Berlino che ferma
a Praga, invece di quello delle 08.29 per Amburgo, si
giudicherà poi sul posto quanto rimanere, la prima difficoltà
sta nel raggiungere la Stazione, bisogna prima scendere dalla
Collina di Mala Strana, aspettare il tram numero 5 ed indovinare
la fermata, cosa che più o meno riesce, poi bisogna trovare la
biglietteria, dove per fortuna c'è lo sportello International
Ticket, dove parlano inglese.
|
Sul
binario c'è una ressa incredibile, sembra l'assalto alla
diligenza, il treno arriva dalla direzione opposta a quella dal
quale me lo sarei aspettato ed appena si ferma lo si assalta,
riusciamo ad imboccare uno scompartimento miracolosamente vuoto
ma succede qualcosa di strano che mi da modo di verificare come
i furbetti esistano ovunque, si presenta una famigliola, padre,
madre, due figli maschi che mostrando un foglio scritto in ceco
dicono che quei posti sono prenotati, in inglese gli faccio
presente che loro sono 4, noi 2 e lo scompartimento è da 6,
quindi ci stiamo tutti, ammessa la sconfitta numerica pretende
però i posti al finestrino.
|
|
|
Appena
il treno parte il padre con il figlio più grande si alzano e
spariscono, non li rivedremo fino a 5 minuti prima di entrare
nella Stazione di Dresda, ma il bello deve ancora venire, dopo
circa dieci minuti dalla partenza passa il controllore ceco a
verificare i biglietti e la signora gli dice qualcosa di
incomprensibile senza mostrargli i biglietti, il controllore fa
una smorfia e se ne va, il viaggio prosegue lentamente, quasi 3
ore per fare 149 chilometri e dopo circa due ore, quando siamo
ormai in Germania passa una corpulento controllora tedesca e
questa volta la signora parla in inglese dicendo che il marito
è nella carrozza ristorante ed ha i biglietti con se, la
controllora fa una smorfia irritata e va via.
|
Cosa
è successo ? Semplice ! La famigliola ha acquistato le
prenotazioni che costano molto poco ma non i biglietti e con la
scusa che il marito era al vagone ristorante, dove certo il
controllore non sarebbe andato a cercarlo, hanno viaggiato
pagando un decimo del biglietto dovuto, solamente il diritto di
prenotazione. Infine arriviamo a Dresda, la stazione sembra
uscita a un plastico ferroviario tedesca tanto è uguale alle
foto dei cataloghi delle più note marche di fermodellismo, il
centro è a circa due chilometri che si percorrono lungo una
strada che è praticamente un centro commerciale all'aperto. |
|
|
Ci
accorgeremo presto che di quella che era stata definita la
Firenze sull'Elba è rimasto ben poco dopo il bombardamento
della Seconda Guerra Mondiale e quel poco che era rimasto e
conservato dai Russi quando Dresda era Est è stato cancellato
dai Tedeschi di ritorno dall'unificazione perché si perdesse la
memoria del peggior bombardamento convenzionale della storia
militare, gli stessi danni e le stesse vittime di una bomba
atomica, ma senza radiazioni.
<-------
Torna alla Sedicesima Parte Vai
alla Diciottesima Parte ------->
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
|
Marcello
Salvi
|
|