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La
notte trascorre più o meno tranquillamente, purtroppo da
cittadino abituato al rumore del traffico notturno il silenzio
delle valli varesine non mi concilia per nulla il sonno e mentre
nella normalità il camion della spazzatura che svuota il
cassonetto sotto casa alla due del mattino è un rumore
familiare e rassicurante, il campanile che batte le ore ogni
mezzora è una specie di incubo ricorrente, tuttavia alla fine
la stanchezza ha il sopravvento ed anche se di tanto in tanto i
rintocchi mi destano dal giusto sonno, basta un'imprecazione per
riaddormentarsi e quando la mattina apri la finestra osservo il
panorama verde e la nebbia che comincia a salire tra le colline.
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Per
entrare in macchina non usciamo di casa, il box si raggiunge
dalle scale interne, quindi non ho modo di testare la
temperatura esterna, così quando arriviamo a Comerio e scendo
dalla macchina la botta di freddo è violenta, sono partito da
Roma con 32 gradi, qui il termometro sulla Piazza ne segna 19, e
tira pure vento, mentre Vilma porta i figli a scuola mi nascondo
in un bar pasticceria per fare colazione e ripararmi dalla
intemperie, comunque la sciarpa la metto, visto che
previdentemente l'avevo portata, pure della Roma per maggior
dispetto ai locali.
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Espletati
i doveri si raggiunge il laboratorio per il ricongiungimento con
i Toscani e ne approfitto per fare qualche nuova foto, sempre
uguali più o meno, ma diverse nel tempo, prima di muoverci per
andare a visitare gli stabilimenti Croci/Rossi e Molina.
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