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Esaurita la visita di Notre-Dame e di parte del Quai de Montebello, dove purtroppo i banchetti librari sono ancora chiusi data l’ora, nuova metro a Citè e via diritti fino a Lamarck, fermata della metro diventata famosa per una scena del film Amelie di qualche anno fa, di lì ci si arrampica sulla schiena della Butte, la mitica collina di Montmatre, incontrando prima il Lapin Agile, il locale frequentato da gente come Toulose-Lautrec ed altri artisti dell’epoca che si trova proprio di fronte all’ultima vigna di Parigi, ormai
monumento nazionale.
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Una volta Montmatre era un paesino a pochi chilometri da Parigi, su una collina coltivata a vigne, poi man mano che Parigi si espandeva le vigne sparirono, Monmatre venne annesso alla Grande Parigi e ne divenne il quartiere
Bohemienne, questa è l’ultima rimasta, sottoposta a vincolo e super protetta dalle speculazioni edilizie, di qui si arriva alla rue Norvin e quindi alla Place du Tertre la famosa piazzetta degli artisti all’ombra del campanile del Sacre
Coeur.
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Il
Santuario venne costruito come voto di alcuni notabili di Parigi se i Prussiani, nel 1871, non fossero entrati in città, la chiesa venne consacrata nel 1912.
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Salvi
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