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Dopo una doccia ristoratrice mi riposo un’oretta studiando il libercolo con le informazioni su Amsterdam e cerco di capire come spendere questo mezzo pomeriggio, decido dunque di avventurarmi nella Kalverstraat una parallela del Rokin che dopo Piazza Dam cambia nome in Niuwendijk e diventa parallela del Damrak, la guida le indica come le strade dello shopping di Amsterdam e può essere interessante dare un’occhiata, non è che a dieci minuti a piedi dall’Hotel.
Quando comincio a percorre la prima delle due strade l’impressione che ho è che sia tutto tranne che Olandese, è piena di insegne luminose in ogni lingua, ovunque ci sono persone dai tratti di ogni tipo tranne che nord
europei. |
Negozi di abbigliamento, fast food, souvenir shop a non finire e la cosa cambia molto poco nel tratto successivo alla Piazza Dam nel quale però appaiono anche diversi Coffee Shop, i locali dove si acquistano e fumano liberamente le droghe leggere, tuttavia ogni negozio di souvenir vende ogni tipo di accessori per questa pratica, dal trita erba, ai bong, alle classiche pipe da oppio ma d’altra parte questi oggetti non sono vietati alla vendita neppure in Italia essendo solamente oggetti per l’appunto, la cosa singolare è l’effetto turistico che hanno qui e come i compassati olandesi non disdegnino di lucrare sulla nomea “stupefacente” del loro paese, ma se gli rende e non viola le loro leggi non vedo perché stupirsene.
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Arrivato in fondo torno indietro e scelgo di usare per questo un’altra parallela, molto tranquilla, senza negozi scintillanti, senza folla, la Spuistraat, anche qui ci sono diversi Coffee Shop ma l’atmosfera sembra molto più rilassata, diversi avventori fumano delle normali sigarette sul marciapiede appena fuori dei locali perché per le norme antifumo vigenti in Olanda, l’Hashis e la Marijuana si possono fumare ma il Tabacco no, paese che vai assurdità che trovi.
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Proseguendo nella camminata noto diverse finestre, soprattutto ai piani strada, velate da pesanti tende rosse e sovrastate da vividi neon rossi, capisco che è l’altro grande business di Amsterdam, mi sembra però un po’ troppo discreto rispetto a come mi era stato descritto in passato.
Finito anche questo pezzo di strada arrivo in una specie di distretto dei bar, in duecento metri, con un centro sociale celeste come separazione tra la parte trasgressiva e quella caciarona della via, si affacciano lungo i marciapiedi decine e decine di bar pieni di persone e vecchie case fieramente
restaurate.
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Infine ecco il Singel, il primo canale e sull’altro sponda la sagoma scura ed annerita di una
Chiesa, scivolo lungo il Canale, ormai a naso so più o meno in
quale direzione è la Leidsplein e quindi il Ristorante per la Cena,
ho intenzione di non fare troppo tardi perché per il giorno
successivo ho previsto una pietra miliare e non ho intenzione di
mancarla.
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Marcello
Salvi
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