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Giusto
due parole, non amo molto la retorica da catastrofe, però non si può
ignorare una cosa del genere, soprattutto quando accade appena fuori
da casa tua e in una casa che un po' è anche tua. |
L'Aquila
è appena a 100 chilometri da Roma, un'ora di autostrada, credo che
ogni Romano ci sia stato almeno un Sabato mattina o una Domenica, io
poi ci sono stato in continuazione visto che mia nonna è nata in un
paesino che si trova 30 chilometri dopo L'Aquila, Capestrano, uno
dei pochi ad essere scampato alla devastazione, ormai lì non ho
lasciato altro che la tomba dei bisnonni e qualche ricordo, ma è
pur sempre un luogo d'origine. |
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L'Aquila
è, spero non dover dire era, una città bella, ben fatta, la grande
piazza, la grande scalinata che porta alla Chiesa, di cui Cupola e
Campanile sono venuti giù, la fontana delle 99 cannelle, dalle
quali mi vanto di avere bevuto, da tutte e 99. |
In
tutto questo la perdita di quasi 300 persone sembra però non
scuotere più di tanto, l'Italia è paese abituato alle catastrofi
di dimensioni storiche, quasi 2000 morti nel Vajont, i quasi 3000
del terremoto dell'Irpinia, fino ad arrivare ai 100.000 del
terremoto di Messina del 1908, in un paese abituato a tutto sembra
più una questione mediatica. |
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Che
dire ? Speriamo che la natura si ritenga soddisfatta del tributo di
sangue che ha preteso e torni a dormire. |
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Marcello
Salvi
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