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Dopo
scambi di pareri, qualche intervista, visite e consigli a veri
pipemakers, mi sono gettato a testa bassa nella creazione di pipe. E
così sono diventato, non saprei come definirmi, diciamo un pipaio di
casa. 42enne di Milano con una passione smisurata per i motori,
comincio a gustare il profumo del tabacco da mio zio, fumatore di pipa
da oltre 60 anni. Un giorno mi regala una Butz-Choquin, un curapipe,
un sacchetto di Golden Blend e mi da alcune nozioni fondamentali. Mi
affeziono subito, non solo alla pipa, ma a tutti i rituali che
precedono la fumata, oltre che ovviamente alla successiva
fumata.
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Da allora mi sono interessato sempre più
alla pipa come oggetto, pur continuando a fumarla, assieme a Toscani o
Cubani (mai fumato sigarette), e mi specializzo sulle pipe italiane.Mi
creo man mano che passano gli anni una collezione, con pipe più o
meno note, nuove o, se non le posso più trovare, usate, ma in ogni
caso, ITALIANE. Durante alcune interviste fatte per MPC, ho conosciuto
meglio Mimmo Romeo, Michele Mellone (Salmastro) e Mauro Gilli, e,
grazie alla loro pazienza, unita alla passione, ho carpito alcune
delle tecniche usate per la costruzione delle pipe.
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Che ovviamente per
ora non riesco a mettere in atto che al 40-50% visto che
l’attrezzatura che ho è molto limitata, ma sufficiente per creare
dei più che discreti prodotti. Radica principalmente di Mimmo o
proveniente dalla Toscana, preferibilmente plateaux o cross-cut,
prediligo forme danesi, comunque piuttosto grandi, anche se a volte mi
cimento in forme particolari che mi vengono al momento, sempre
cercando di seguire la venatura.
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Due trapani a colonna, una sega a
nastro, un banchetto e un tavolo da balcone, raspe, lime e limette a
iosa, carta vetrata, e altri due trapani fissati nelle morse, uno come
smerigliatore, praticamente il 60% del lavoro, l’altro per lucidare
le pipe finite o per rifinire i bocchini. Punte da metallo da 3mm a
4mm per il cannello, da 8,4mm per la sede del bocchino e da 3,2mm per
il foro dell’innesto del bocchino. Le mecchie, da 18, 20 e 22mm
arrotondate al fondo, sono per il fornello, mentre ho alcuni attrezzi,
chiamiamole frese piatte (quelle che si usano per fare i fori
circolari piatti per le sedi delle cerniere delle ante dei mobili),
che uso per creare una battuta sul cannello che coincida il più
possibile con quella del bocchino. E qui se ne perde di tempo, mi sa
che devo ancora prenderci la mano!!! Fatti i buchi e accoppiato il
bocchino, sgrosso la forma con carte abrasive di grana grossa e con le
raspe. La fine è ovviamente con carte abrasive sempre più fini,
fermandomi comunque alla 600, proprio per i cogligli ricevuti dai miei
mentori. Rivedo il tutto, modifico quello che non mi piace, intarsio
col Dremel se mi viene in mente qualche linea particolare, un ultimo
ritocco al bocchino e vado con la mia firma sul cannello, fatta a
pirografo, dove riporto il mio logo MP ed il numero e l’anno della
pipa.
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Poi vado a colorarla, a seconda del modello. Uso mordenti
diluiti in alcool puro, mischiati tra loro per fare 4 o 5 miscele
base, che poi rendo più o meno scure a seconda dell’abrasivo e
delle mani che do. Mi cimento anche nel golden contrast, con una bella
mano di nero, lavorata poi con abrasivi vari, pulita con acetone o
etere diluito e ricolorata con un colore chiaro. Dopo tutto questo,
via di carnauba, il più possibile ed alla velocità giusta, perché
devono brillare di brutto!
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Finito il tutto, l’aspiratore, già
provato per il grande lavoro durante la fase di sgrossatura al
platorello (fusi due in 1 mese), si merita il riposo aspirando per
ultimi pezzi di ebanite e metacrilato, trucioli di radica, polveri
abrasive e filamenti di tela vari, e riporta il balcone allo stato
perfetto. . Ah già, non vi ho detto che la mia officina è fissa sul
balcone….. uso più olio da macchine per non fare arrugginire gli
attrezzi che radica per le pipe!!! Ma la soddisfazione di vedere una
tua pipa finita è veramente inimmaginabile, e credo che ogni fumatore
di pipa dovrebbe cimentarsi, lo troverà un lavoro/passatempo
magnifico.
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Ecco come creo le pipe, ne riesco a costruire tra 30 e 50
all’anno, a seconda del tempo a disposizione.
Marco
Poltronieri
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Marco
Poltronieri
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