Lisbona
(Olisippona)

 

di Gian Maria Gamboni

Pensando di trovare in Portogallo il tabacco che non avrei mai trovato, ero uscito di casa con una sola carica di Best Brown fumata per i pochi minuti che mi separano dall'aeroporto, dove è vietato fare qualunque cosa. Tanto per cambiare, la coda per gli stupidi controlli stile maiali in premacellazione, aveva fatto ritardare il volo AZ20 per Lisbona di circa un'ora. Adesso siamo perlomeno decimi in sequenza, avevo detto a un tipo abbastanza stupido che ingenuamente si chiedeva quando saremmo partiti.

Appena atterrato, sbarcato e subito al varco d'uscita le solite occhiate indagatorie da parte dei bravi-finanzieri che vedono di buon grado solamente chi è incravattato con sei cellulari e tre portatili, mi ero messo fiducioso in caccia perlomeno dell'Early Morning, sebbene ne avessi un mezzo chilo abbondante in cambusa. "Nada Dunhill". Mi aveva risposto in spagnolo l'insipida commessa della tabaccheria aeroportuale portoghese, proseguendo poi in una lista infernale a crescere di panettoni: "Tenemos Amphora Black Cavendish y el rojo, Alsbo Gold, Captain Black, Neptune, Cellini (bianco)".

A quel punto mi era scappato un bell'insulto, rettificato con un sorriso ipocrita in uno sbrigativo "Nada Nada, Ciao". Tra i miei scioglilingua Vaticani ero uscito accendendomi in aeroporto, dove è ancora civilmente consentito di fumare, quei tre quarti di Best Brown rimasto nella pipa nell'attesa dell'autobus numero 22. Arrivato, dopo diversi cambi, in zona Rossio, ero entrato fiducioso nell'omonima tabaccheria sperando di trovare qualcosa di fumabile. "El dunhill no se importa en Portugal". Questa è stata la risposta alla mia tragica richiesta di un qualunque Dunhill non aromatico, anche il Royal Yacht.

Potevo vedere, dietro la fatiscente vetrina di quell'ambiente quasi kitsch, quasi tutta la gamma degli orrori marchiati Peterson e Mac Baren, oltre alle solite buste di spazzatura vanigliata. Quello che non capivo è perché mi parlassero tutti in spagnolo, visto che mi pareva di parlare in italiano o in inglese. Che invece usassi l'iberico idioma, che peraltro poco padroneggio, senza rendermene conto? Mentre il commesso emaciato mi proponeva seriamente l'Old Dublin, il mio sguardo si era fissato sulla lattina di farina di castagne pressata, commercializzata come University Flake e per giunta a 21 euro.

C'era anche la Presbyterian Mixture, ennesima finta em tedesca. Colto da delusione, nella quiete dello smarrimento, mi era venuto in mente di aver visto su qualche sito brasiliano una english mixture marchiata Havanezas. Proprio in quel momento un signore distinto e logoro aveva detto, con il sigaro penzolante dalle labbra, qualcosa d'incomprensibile finendo la breve frase con la parola latakia. Parlava proprio di quella mistura, Havanezas 1864, che purtroppo si sarebbe poi rivelata come il noto panettone germanico (dtm) camuffato da english mixture.

Il vento cronico inficiava le fumate con quel virginia agli zuccheri, scialbo e a tratti amaro come il veleno, pronto nel surriscaldare qualunque tipo di pipa, ma sopratutto la mia adorata Dunhill 2103. Girando un po' per Lisbona, oltre a partecipare di sfuggita al gay pride che si teneva proprio in quei giorni, avevo notato non pochi fumatori di pipa riconoscibili dal dietro per la scia fetida al caramello e di fronte per l'utilizzo di vasi da fiori con bocchino. Gentilissimi e civili i portoghesi che non amano le pipe piccole, mi spiegavano alla Totò per dove dovevo andare, dove dovevo andare.  

Qui faccio tre considerazioni extra:  
1 I treni, le metro e gli autobus sono un esempio per pulizia, ordine e puntualità;
2 Civilmente, si fuma in tutti i locali pubblici;
3 La vita è sensibilmente meno cara rispetto all'Italia;

Pur non intendendomi di sigari, ma con la lingua ormai cotta da quello schifo di tabacco, mi ero ricordato di aver fumato nelle mie permanenze forzate ai caraibi, i Partagas Coronas Junior; e così dal terzo giorno in poi avevo puntato tutto sui puros venduti a prezzi sensati e non delinquenziali come in Italia.  

Curiosando senza senso tipo gallina, nella tabaccheria di un centro commerciale avevo visto una bella e vecchissima bent Peterson silver sabbiata nero, paragonabile a una gruppo 3/4 e venduta a 40 euro: La forte tentazione e il rammarico, se fosse stata almeno una half bent. Quest'ultimo incontro fortuito prima di lasciare Lisbona per Cascais e un giro lungo sulla costa, verso il nord, toccando Cabo de Roca, mi aveva portato a scoprire la presenza del St. Bruno, ma sopratutto del Davidoff Royalty, poco commercializzato, perchè proposto nella lattina da 50 grammi alla ilare cifra di 26 euro.  

 

Qualche giorno dopo, al rientro, girando nell'alloccheria del duty-free, avrei trovato la cosa tabagicamente più bella di tutta la permanenza: la confezione di cartone da 5 bustine di St. Bruno, il souvenir che probabilmente non aprirò mai...  

 

Gian Maria Gamboni

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