D-Day -1

Ariccia

Inizia l'avventura, quel che è fatto è fatto, ormai non c'è più tempo per fare altro, Vilma arriva alle 19 a Ciampino ed io per non avere problemi invece di tentare la sorte con la Tippetemobile ho noleggiato una macchina che devo ritirare in aeroporto, quindi fino a Ciampino devo arrivare con mezzi di fortuna, non è difficile ma ci vuole tempo, quindi esco di casa alle 16.30, perndo il bus per la Stazione Termini dove prenderò il treno per Ciampino, ho fatto il biglietto via internet sul Sito della Ferrovie quindi non ho tempi morti.

Il treno per Ciampino parte dal binario 15 che è come il Binario 9 e tre quarti di Potteriana memoria, difatti il viaggiatore malaccorto giunto sul luogo si troverebbe a guardare stupefatto il binario 14 ed accanto il binario 16 senza capire dove sia il 15, questi in realtà si trova, malamente indicato in fondo alla banchina tra i due binari adiacenti, ben 500 metri oltre la l'attestamento in Stazione. SOno in tempo per il treno delle 17.06 che incredibile a dirsi parte esattamente alle 17.06, sfilando accanto a due Eurostar provenienti da chissà dove. 

Il viaggio per Ciampino dura poco, circa dieci minuti ed il treno passa accanto alle rovine degli antichi acquedotti sparsi per la campagna Romana, sfila praticamente dentro l'Ippodromo di Capanelle e costeggia le piste di atterraggio passando sotto i jet che si avvicinano alla pista. Alla Stazione di Ciampino il bus aspetta già chi deve raggiungere l'Aeroporto, alla fine ho fatto bene a partire presto perché al banco della Hertz faccio 40 minuti di fila solamente per ritirare le chiavi, esco a farmi una fumata dopo avere controllato l'orario sul tabellone.

Ma il tabellone è mendace perché Vilma appare nel piazzale dell'Aeroporto quando il volo non viene neppure segnato come "landed", poco male piccola passeggiata fino al parcheggio della Hertz e ritiro della Panda superaccessoriata. Il primo impatto è duro, dopo venti anni con la Tippemeobile trovarmi con un volante dotato di servosterzo è uno shock e sul Raccordo mi trovo a guidare come un imbranato sempre sugli 80 allora, perché andando oltre mi sembra di perdere il controllo della macchina, e ringrazio la mia ostinazione nell'avere ordinato una macchina nuova senza servosterzo.

Rapido passaggio in albergo dove i Bergamaschi Piero, Angelo ed il Conte, con Enzo e la Moglie ci aspettano e poi via verso Ariccia. Il Raccordo è intasato per non parlare dell'Appia, l'arrivo previsto per le 21 slitta quasi alle 22, senza contare il tempo per trovare un parcheggio nella cittadina dei Castelli Romani che proprio la sera di Sabato viene presa d'assalto dai Romani affamati, per fortuna scovo uno spiazzo buio e deserto dietro il muro di cinta del Cimitero dove nessuno ha avuto il coraggio di parcheggiare ed il problema è risolto.

Per fortuna che Flavio aveva provveduto per tempo ad occupare militarmente il tavolo e quindi possiamo sederci tranquillamente tra una tavolata dove si celebra un addio al celibato ed un'altra dove un gruppo di ragazzi faranno dannar non poche persone nella Serata (per la cronaca a me è arrivato un pezzo di mozzarella in testa e non sono quello a cui è andata peggio). La cena tosto inizia con antipasti assortiti di porchetta, sottolio vari, formaggi, prosciutti, cinghialine (salsicce di cinghiale), coppiette di cavallo, mozzarelle di bufala, due fiamminghe di Amatriciana e vino, tanto vino.

Alla tavolata c'è anche Edu, il cui figlioletto ha deciso di nascere proprio il giorno prima, la serata scorre allegra, aiutata anche dal vino, il Conte fa comunella con la tavolata di addio al celibato e si unisce rumorosamente ai festeggiamenti tracannando qualsiasi cosa gli venga versata nel bicchiere ed alla fine della mangiata (costata solamente 14 euro !) tutti fuori a fumare sulla via, dove incontriamo lo Sceriffo, pittoresco personaggio che va in giro per locali con una cartucciera caricata ad accendini ed un marsupio pieno di pacchetti di sigarette delle quali Vilma approfitta.

Tra una fumata ed un'altra colgo Edu che regala a Vilma ... un calibro digitale così che possa seguire meglio le sue istruzioni quando gli commissiona le pipe, capiamo che ormai la sua malattia è irreversibile e ci arrendiamo all'evidenza. Infine ci si incammina verso le macchine per tornare verso la Grande Città che ci aspetta giù dai Colli, ovviamente non prima di esserci fermati ad Albano, quando sono appena le una e trenta del mattino per darsi a birre e Bacardi nell'unico Bar ancora aperto.

L'aria è finalmente fresca rispetto all'afa del giorno e ci si intrattiene volentieri a far due chiacchiere sul marciapiede mentre il Conte cerca di convincere il barista a fumare la Pipa e quando si riprende la strada si scopre, che nonostante siano vicine le due del mattino c'è un traffico mostruoso. Per somma di sventura sul Raccordo becchiamo anche l'incidente del Sabato Sera, avvenuto giusto duecento metri prima dell'Uscita 16, la nostra, e ci facciamo una buona mezzora di coda.

Quando lascio tutti in albergo non so neanche che ora è, mi accendo un mezzo Toscano ed imbocco di nuovo il Raccordo, in questo tratto completamente sgombro per via di quell'incidente che fa da tappo a monte, arrivo a casa che sono quasi le tre, dopo avere perso tempo a parcheggiare la macchina, che non essendo mia non posso mettere in garage, la sveglia è predisposta per le sette.

Vai alla II Coppa Roma ------->

Marcello Salvi

 

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by Marcello Salvi 2006

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