Pretorians in

New York City

Part Four

by Maurizio Spunticcia

Scopro amaramente che ancora non mi sono abituato al fuso orario ed infatti alle 4 di mattina circa apro gli occhi, ancora è buio e l’unica luce è quella artificiale dei lampioni che entra dalle finestre, che qui non sono dotate delle classiche serrande ma ci sono solo due semplici tendine, devo dire che non è molto facile dormire poi penso: “diamine ma questa è la città che non dorme mai!!” Infatti qui il traffico non ha mai pause ed oltre alle macchine si sentono anche gli zoccoli dei cavalli della Polizia. Ormai sono sveglio e difficilmente riesco ad addormentarmi nuovamente, quindi fisso il soffitto e penso alla giornata che deve ancora iniziare. 

Il posto dello show lo conosco per aver visitato il sito web di questo tabacco shop e so già quello che vedrò e quindi pregusto diverse buone pipate e spero che la giornata passi senza intoppi. Ero talmente immerso nei miei pensieri che guardando nuovamente l’orologio mi rendo conto con stupore che sono quasi le 6 del mattino ed infatti una leggera luce comincia ad entrare nella stanza, allora penso: “ok ora mi alzo accendo il portatile e visto che in Italia è circa mezzogiorno vedo se posso parlare con qualcuno”, quindi mi alzo accendo il portatile e faccio un salto in bagno. Dopo pochi minuti sono davanti al monitor e grazie alla connessione wireless che mi viene gentilmente offerta da un misterioso “Belkin54” riesco a navigare. 

Mando qualche mail leggo un paio di forum e vedo che ormai sono le 7 del mattino, nel mentre anche Marco si è alzato, chiedo a che ora è l’appuntamento e mi viene detto che per le 11.00 dobbiamo essere a Ridgewood, il tempo del viaggio sarà di un ora circa. Dopo i vari preparativi lasciamo l’appartamento per 8.30 e ci dirigiamo a fare colazione, a circa due isolati dal nostro appartamento troviamo un bel punto di ristoro e mentre entriamo penso: “oggi vado di dolce” ed infatti ordino una specie di omelette alla cannella con un bel caffè nero, la cosa che più mi rompe del caffè americano non è il fatto che sia più una bibita che un caffè ma il fatto è che se non ha una temperatura minima di 800 gradi non sono contenti!!! 

Alla fine l’omelette è finita ed il caffè è ancora li bello fumante, riesco ad assaporarlo solo dopo circa 20 minuti e 20 gradi in meno !!! Dopo questa veloce colazione decidiamo di prendere un taxi che ci porti a Ridgewood, detto fatto fermiamo il primo che passa e gli chiediamo se puoi portarci nel New Jersey il tassista non fa problemi ma ci dice che non conosce bene la località da noi indicata, ma in macchina ha una mappa stradale e sostanzialmente non ci sono problemi. Il viaggio è davvero gustoso, finalmente dopo tanto cemento un po’ di verde da dure che la campagna americana non è davvero male.

Soprattutto quei piccoli paesi fatti di case basse e rigorosamente di legno tutte colorate e incastonate nei vari giardini e viali alberati che poi è quello che sempre vediamo nei film americani, peccato che a volte questi scenari fanno parte del solito film splatter che ti fa pensare che piuttosto che la porta di cartone all’americana e i vetri senza serrande, preferisci abitare al 4 piano di un condominio con una bella porta blindata a prova di carro armato considerazione personale a parte è ora di tornare al viaggio, dopo questo full immersion di colori vivaci e natura vedo il cartello che indica che siamo a Ridgewood e un sorriso mi illumina la faccia.

Dopo vari giri per le stradine di questa splendida cittadina tipicamente americana, scorgo le porte del paradiso sopra un negozio campeggiano le parole “The Tobacco Shop” e mi sembra di vedere un angelo accanto all’entrata, in realtà le piume che vedo non sono quelle di un angelo ma quelle del copricapo della statua di un capo indiano, il taxi si ferma e in un secondo sono fuori, nello stesso tempo vedo uscire Gary il titolare del negozio che avevo conosciuto la scorsa estate durante un suo soggiorno romano, che poi era il regalo per le nozze d’argento che aveva fatto alla moglie Barbara.

Per l’occasione mi sono vestito di tutto punto mentre lui mi accoglie in maglietta e calzoncini con un ampio sorriso che subito mi fa sentire a mio agio, dopo i saluti di rito entriamo nel negozio e in un secondo vedo quegli splendidi barattoli di vetro ricolmi di tabacco che avevo visto sul suo sito e mi viene da pensare: “voglio 2 once di tutto quello che vedo”. 

Dopo questo simpatico pensiero e aver salutato Barbara, Gary ci fa fare un giro del suo negozio e soprattutto del grandissimo walkin humidor raccontandoci dei lavori eseguiti al negozio, che personalmente trovo bellissimo, il negozio ricorda molto un saloon del vecchio west. Al piano terra oltre i “barattoloni” delle miscele della casa sono presenti varie confezioni di tabacco per sigarette e accessori per pipa, sigaro e per il confezionamento delle sigarette infatti sono presenti molte scatole di sigarette da riempire tramite l’apposito strumento in vendita. 

Come a New York mi rendo conto che anche qui il sigaro è il fumo lento che va per la maggiore, ma molti sono anche i pipatori che entrano per acquistare qualche oncia delle miscele di Gary e che sono accorsi per il pipe show. E’ ora di preparare l’esposizione delle pipe e in poco più di 40 minuti finiamo di allestire le pipe. Quindi comincio a guardarmi bene intorno e dietro al bancone dove sono presenti le miscele vedo altri barattoli contenenti i tabacchi di base utilizzati come il famoso yenidje, l’izmir, il latakia, il perique, il virginia e diverse qualità di black cavendish nonché il burley. 

Da perfetto padrone di casa Gary mi chiede se voglio assaggiare qualcosa e quali sono i miei gusti, mi indica quindi le miscele inglesi prodotte e mi elenca i tabacchi con cui sono composte, devo dire che quando vado in altri paesi mi piace assaggiare la cucina del posto e quindi gli dico di farmi assaggiare delle miscele “americane” e del burley puro. Vengo subito accontentato con due buste per un totale di 4 once di “Golden Burley” e “Prince of Walles” la prima miscela è praticamente burley mentre la seconda è una miscela inglese con l’aggiunta di burley. 

Apro una busta e tiro fuori la mia pipa che per rimanere è una Castello Old Antiquari ed in un secondo la riempio di burley accendo e comincio a fumare, premetto che il burley è stata per me una piacevole scoperta grazie all’amico Angelo (Anghelos) che me ne ha offerto qualche carica durante il viaggio del Cagli Express. A molti questa qualità di tabacco forse non potrà piacere essendo aromatico e dolce ma onestamente a me non dispiace per niente ed infatti la carica si esaurisce decisamente in poco tempo.

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by Marcello Salvi 2006

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