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The
Balkan sobranie No.759
Luxury
Blend
Latakia,
Yenidie e Macedonia |
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Siamo
di fronte ad un mito, almeno per i fumatori di pipa! È come se fosse
riemersa da una prestigiosa cantina, una storica bottiglia gelosamente
conservata. Per di più di una azienda oramai scomparsa. Un vero
tesoro!
Le
buste sigillate erano contenute ancora nell’originale confezione di
cartone e plastica da cinque pezzi con sigillo dei monopoli di Stato.
La consistenza era particolarmente rigida, una specie di panetto duro.
All’apertura il tabacco era estremamente secco, come segatura di
legno pressata.
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Peraltro si prestava molto bene ad essere di nuovo
ridotto in filamenti. Il profumo però era splendido. Di una
complessità raramente percepita in un trinciato da pipa... Erano
facilmente riconoscibili note cosmetiche molto complesse ma
leggerissime, di cipria e di acqua di colonia. Il tutto molto sfumato,
supportato dal sentore affumicato di fondo del Latakia. Come ulteriore
sottofondo un ricordo legnoso, di secco. Diciamo anche che qualcosa,
quel quid in più, poteva essere in parte dovuto al potere della
suggestione.
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Certo
l’impegno preliminare per ricondizionare il tabacco è stato lungo.
La
nuova umidificazione lenta è iniziata con l’inserimento, in un
barattolo a tenuta, di una provetta becker di vetro piena con 10 cl di
acqua distillata.
In
prima battuta il tabacco sembrava refrattario all’umidità. Quindi
ho pensato di intervenire in maniera più incisiva con la classica
anforetta di argilla piena di acqua distillata.
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L’effetto
è stato positivo da subito, senza nessuna minaccia né traccia di
muffa. Forse il tabacco era talmente secco che necessitava una
energica idratazione. Tutta
la trafila è durata circa tre settimane, con una attenzione costante
a muovere il tabacco spesso per evitare qualsiasi brutta sorpresa.
Giorno
dopo giorno i profumi aumentavano d’intensità e mostravano
sfaccettature impreviste. Una decisa nota di incenso prendeva
prepotentemente piede. Il
secondo fine settimana di febbraio, di pioggia intensa, il barattolo
lasciato aperto per facilitare l’umidificazione del tabacco, ha
rilasciato nella stanza un intenso profumo di spezie. Dopo
una umidificazione durata tre/quattro settimane, e la ricarica di due
mezze anforette d’acqua distillata, siamo alla condizione ottimale
per iniziare a fumare.
Finalmente!
Alla
fine si fuma!
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Stante
la totale impossibilità di comparazione con campioni che non siano
ormai annosi prendete queste note con il beneficio di inventario che
meritano. Casomai i fortunati tra voi che lo hanno fumato in passato
filtrino dalla loro memoria, scremando i prevedibili sedimenti dei
ricordi positivi.
Al
naso, ancora prima di iniziare a fumare, durante la carica della pipa
e poi di nuovo sulle dita utilizzate per la manipolazione del
trinciato, si percepiscono delicate note di affumicatura e lontani
ricordi d’incenso. La vera sorpresa è all’accensione con una
delicatezza di sensazioni raramente percepite nelle simili miscele
attualmente in commercio. Sia al naso che durante la fumata si svela
come miscela di grande equilibrio gustativo e di adeguato impatto. Non
nasconde la sua essenza di Balkan di alto livello, con tutte le
caratteristiche giocate più sulla finezza che sulla potenza. Questo
già lo rende caratteristico di un periodo ormai trascorso.
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La mia
personale impressione è che si stia sempre più allargando il solco
che separa il fumatore che ama miscele più da tutto giorno da quello
che è sedotto da impatti gusto-olfattivi decisi ed intensi.
La
stragrande maggioranza delle attuali miscele che riportano il nome di
Balkan sulla lattina o sulla bustina in bocca e al palato sono delle
vere e proprie “bombe” ad alto potenziale e di lunghissima, quasi
infinita, persistenza. Non sempre però gradevoli o adatte alle varie
ore della giornata o alla particolare inclinazione del momento.
Che si
abitua a questi livelli di intensità dopo cosa va a cercare?
Fuma il
catrame da asfalto stradale?
Flavio
Socci
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