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I
sigari sono un prodotto naturale, a volte paragonato al vino, e la
qualità di un sigaro è direttamente proporzionale al tipo e alla
qualità delle foglie utilizzate per produrlo, proprio come la qualità
del vino dipende dal tipo e dalla qualità dell’uva utilizzata. La
pianta del tabacco nasce da semi piccoli e tondi dal colore dorato. I
semi cubani sono venduti dai produttori locali in tutto il mondo,poiché
la loro qualità è riconosciuta come la migliore al mondo.
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In
tre quattro mesi, nel periodo da novembre a febbraio, la pianta del
tabacco, che viene coltivato in filari, raggiunge la sua massima
altezza. Esistono due piante di tabacco:il corojo e il criollo. Dalla
prima pianta si ottengono le foglie esteticamente più pregiate usate
per la capa, la foglia che riveste all’esterno il sigaro. Questa
pianta è coltivata esclusivamente in serra(tapados). Dalla pianta del
corojo, se tutte le sue foglie sono di buona qualità, è possibile
ottenere fasce per trentadue sigari.
Dalla
pianta del criollo si ottengono le altre foglie necessarie per il
ripieno (tripa) e la sottofascia (capote) di un sigaro.
Questa pianta cresce generalmente all’aperto. L’arte di fabbricare
un buon sigaro sta nel miscelare queste foglie, insieme ad una buona
foglia da fascia, in una proporzione tale da dare al sigaro un gusto
leggero, medio o forte e da assicurare che bruci bene. I fasci di
foglie raccolti vengono depositati in un capannone della piantagione.
Le foglie vengono appese a pali, issati orizzontalmente, utilizzando
ago e filo. I capannoni, in cui temperatura e umidità sono
controllate scrupolosamente, sono rivolti verso ovest in modo tale che
il sole al mattino riscaldi un lato e l’altro nel pomeriggio. Le
foglie vengono lasciate essiccare per 50-60 giorni a seconda delle
condizioni atmosferiche. Durante questo periodo la clorofilla verde
delle foglie si trasforma in carotene marrone:il colore
caratteristico.
Trascorso
questo periodo le foglie vengono calate dai pali e accatastate in
mucchi a seconda del tipo, pronte per la prima fermentazione ad una
temperatura che non deve superare i 37°C per le foglie più leggere e
i 42°C per le foglie più corpose. Terminato il processo di
fermentazione le foglie sono fragili e delicate, quindi saranno
nuovamente umidificate. Rese nuovamente elastiche e maneggevoli le
foglie passano alla selezione che avverrà per grandezza, spessore,
elasticità, tipo di nervatura e colore. Le foglie nuovamente
accatastate iniziano una seconda e più intensa fermentazione, che
dura circa sessanta giorni, nella quale si raggiungono anche i 50°C.
E’ in questa fase che si eliminano tutte le impurità e si affinano
gli aromi del tabacco. Infine, dopo essere state per qualche giorno
all’aria, le foglie vengono chiuse in balle, rivestite di foglie di
palma, e portate nei magazzini delle fabbriche.Qui invecchieranno
anche per diversi anni affinando sempre più il loro aroma, finchè
non saranno portate sul banco del rollatore per creare il sigaro.
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