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PARIGI
(Gemellata
con Roma)
1956
- 2006
(Parte
Quinta) |
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Prima
di rientrare in albergo dopo la visita al Canale è d'obbligo una
visita alla Tour Eiffel, percorso che però prendo sempre molto
largo perché mi piace viaggiare sulla Linea 6 della Metro, che
corre a 10 metri dal suolo ed attraversa la Zona Sud di Parigi, come
mia abitudine scendo alla fermata di Sevres-Lecourbe e poi me la
farò a piedi per la Motte-Piquet. In questo punto la Metro compie
una curva aerea all'altezza dell'Avenue de Breteuil, a mio giudizio
una delle più belle strade del mondo, con i suoi giardini centrali,
i suoi alberi, i suoi palazzi tipicamente parigini, tranquilli ed in
fondo la parte posteriore de Les Invalides, il Dome che contiene la
Tomba di Napoleone.
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Questa
Zona che va da Pasteur fino a Bir-Hakeim, insieme alla Zona di
Dausmenil è quella che più rende l'essenza di Parigi, priva di
percorsi turistici di qualsiasi tipo (alla Tomba di Napoleone si
accede dalla spianata de Les Invalides che si trova lungo la Senna, a
nessuno interessa vedere il retro della costruzione) permette di
vivere veramente a città ripulita da ogni finta attrazione, risalendo
lungo Boulevard Garibaldi ho un pò l'impressione di camminare la sera
per Via Nomentena, nel tratto tra Porta Pia e Villa Torlonia, negozi
chiusi, qualche lampione spento, qualche Ristorante nel quale la gente
si infila rapidamente.
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Arrivato
a Bir-Hakeim prendo la Metro, anche se solamente per due fermate, ma
tanto ho la tessera giornaliera, non vi va di passare sotto la Tour,
di attraversare la Senna in mezzo ai turisti, la Metro la scavalca in
pochi secondi, poi si tuffa sotto Passy ed in 40 secondi eccomi al
Trocadero . Mi accorgo che le transenne e le paratie in legno che
restringevano l'accesso dal lontano 1989 sono state finalmente
rimosse, ma come al solito le fontane sono spente, credo di averle
viste accese due volte in 18 anni. Dò la solita occhiata alla Tour
Eiffel che riluce di mille fari, faccio due foto e torno sui miei
passi, riprendo la Metro, scendo all'Etoile e prendo la Linea 1 per la
Defense.
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La
Defense è un quartiere di affari costruito appena fuori Parigi ma in
asse con gli Champ Elysee, il fulcro è Le Grand Arche, un enorme cubo
che occupa un ettaro e che è alto esattamente il doppio dell'Arco di
Trionfo. Tirando una linea retta dall'Hotel de Ville all'Arco di
Trionfo e preseguendola verso infinito si incontra Le Grand Arche, una
costruzione moderna, fredda, glaciale, senza vita ne anima, l'intera
zona appare in genere amorfa di giorno, alle dieci di sera è
addirittura spettrale, risalgo rapidamente in Metro, la Linea 1 che
qui ha il suo capolinea e tiro dritto fino a Picpus, una buona notte
di sonno è quello che ci vuole.
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La
mattina comincia con una sana colazione con café au lait, croissant,
pane, burro e marmellata, mentre accanto a me nella Sala Colazione
dell'Albergo alcuni tedeschi si abbuffano di pane, salame, formaggi
vari. La prima tappa della giornata è l'Iris Café che si trova a 200
metri dall'Albergo ed è regolarmente fornito di Caporal Export, poi
parto alla volta dell' Arena di Lutetia, Anfiteatro Romano che mai mi
era riuscito prima di visitare e che gli stesi parigini conoscono da
poco più di un Secolo quando fu scovato durante i lavori di
riqualificazione di un quartiere nel sito dove aveva trovato posto una
improvvisata discarica. Bisogna dire che di "Romano" è
rimasto ben poco.
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Ormai
l'ora incalza, riprendo rapidamente la Metro, faccio un cambio e con
la Linea 14 arrivo fino al Capoline,a la Biblioteque Mitterrand, dove
non sono mai stato, sui banchetti fuori dalla Matro compro un libro di
fotografie sui gatti e nella mega stazione della metro pranzo con un
panino, da comica l'inserviente cinese del chiosco che non si arrende
all'evidenza ed alla mio richiesta di un panino continua a correggermi
dicendo "un panini", convinta che panini sia il singolare e
paninis il plurale. Mangio comodamente seduto al banco sfogliando il
libro appena acquistato e lascio sfogare le orme di studenti che
tornano a casa per il pranzo, al momento scendo scendo al binario e
prendo il mio treno.
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Ultime
tappa prima dell'Aeroporto, una passeggiata in Avenue du Maine, è un
rito scaramantico al quale non posso rinunciare ogni volta che vengo a
Parigi ed una sbirciata a Notre Dame, poi di corsa giù di nuovo per
la Metro, l'Orlyval e l'Aeroporto di Orly, dove vengo spernacchiato da
un addetto ai controlli quando scopre che sono in Tifoso Romanista
(Lione brucia ancora ?). Questa volta il volo, anche se strapieno come
all'andata, è tranquillo, la solita ora e mezza ed ecco apparire le
luci di Roma, la città sfila rapidamente e la pista di Ciampino
chiude l'intera sequenza.
A
la prochaine !
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Marcello Salvi
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