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Degustazione
e Scacchi di
Tiziana Maione |
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Vino
e calcio, o meglio appassionati di vino e tifosi di calcio, e adesso
pure analisi sensoriale e degustazione e scacchi... Sì un’altra
piccola analisi semiseria delle tipologie umane che gravitano
intorno alle mode, o a quei fatti che sono percepiti da molti come
situazioni in cui bisogna dar prova di essere sulla cresta
dell’onda. Con grande attenzione all’equilibrio! Proviamo a
tracciare un paragone tra l’analisi sensoriale ed il gioco degli
scacchi. Quale legame insospettato potrebbe unire queste due
passioni apparentemente inconciliabili? |
Gli
scacchi dovrebbero essere il regno della razionalità e della
previsione, quindi molto lontani da qualcosa di emozionale e
conviviale come il vino e, per estensione, la gastronomia che a questo
ultimo sempre si accompagna. C’è
però, a mio avviso, qualcosa che accomuna profondamente nella loro
origine chi si avvicina a queste due abilità: chi si avventura nel
mondo degli scacchi è assimilabile allo stesso appassionato novizio
che s’accosta al Vino, inteso come mondo complesso ed in evoluzione
costante.
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Avrete
notato come chiunque sappia, non dico giocare, ma muovere i pezzi
sulla scacchiera si senta in breve tempo un talento, un piccolo
apprendista stregone, mago invincibile nell’uso sapiente
dell’alfiere e della torre. Generale impareggiabile nel disporre
pedoni e cavalli nelle posizioni migliori sul campo di battaglia. Alla
medesima maniera chiunque abbia fatto una serie di incontri a tema, o
almeno qualche serata di assaggio ma appena parlato con amici o letto
pure solo un libretto allegato ad una bottiglia o ad un cavatappi si
pensa già esperto assaggiatore di vini, distillati, oli, acque
minerali, infusi ed altro. Cosa
potrebbe mai capitare a chi, trovandosi in queste condizioni, e avendo
tempo e passione da dedicare, voglia ulteriormente mettere alla prova
la propria capacità e procedere ancora sulla via della conoscenza?
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Forti
di una consolidata formazione alle spalle, dopo aver tenuto banco e
fatto serata stupendo amici e parenti ci si accinge a fare il passo
successivo: entrare nell’agone della competizione. Gli scacchisti si
avvicinano ai circoli, gli amanti del vino alle degustazioni
organizzate. Entrambi andranno facilmente incontro ad una cocente
delusione. Nei
circoli scacchistici si trovano le persone che sanno giocare
veramente. Quelli cioè che prevedono parecchie mosse in avanti
rispetto alla partita in corso, senza ulteriormente scomodare i
talenti che riescono a seguire più incontri contemporaneamente o a
visualizzare la scacchiera senza vederla o semplicemente dichiarando
le mosse dei pezzi come se si trattasse di una battaglia navale.
Fantascienza per i nostri modesti appassionati!
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Nelle
degustazioni, quelle vere, libere cioè da schemi imposti dall’alto
o da visioni miopi della realtà, sovente i vini sono messi alla
berlina, analizzati e severamente giudicati per quello che potrebbero
offrire e magari non offrono. Loro stessi, come i produttori, piegati
alle necessità del mercato e degli acquirenti. Della committenza
commerciale e dei vincoli strettissimi di una immagine costruita che
più di essere un fiore all’occhiello è una gabbia mortale, che
imprigiona e soffoca. Saltare una annata nella produzione è
considerato non un pregio ed una garanzia di serietà nei confronti
degli appassionati, ma una iattura inaudita ed insopportabile. Non
tollerata e non tollerabile. Complici i presunti appassionati, o tanto
peggio gli esperti del settore, che si uniscono al coro degli elogi
fintanto che il vento soffia dalla parte giusta. Siamo
un paese che ha sempre ammirato l’arroganza dei potenti finché
conservano anche un barlume di autorevolezza e impunità. Non è
quello che ci ha insegnato il recente scandalo del Calcio? A
questo punto i nostri poveri apprendisti dove sono finiti, cosa fanno?
Lo stupore li assale: le loro armi sembrano spuntate, la barrique
inefficace, le regina inesorabilmente fragile, si rassegnano a tornare
con i piedi per terra e spesso, a torto, cambiano strada.
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