Kentucky

(grazie alla Tabaccheria La Pipa di Cesena per i testi e le immagini)

 

Ho avuto il piacere di visitare una coltivazione di kentucky, in quel di Anghiari, giusto nel periodo della raccolta e della cura delle foglie. L'esperienza è stata veramente interessante, si è potuto vedere e toccare con mano ciò di cui si è letto su innumerevoli libri, scoprendo che l'esperienza diretta è di gran lunga la migliore. Arriviamo alla coltivazione, dove la moltitudine di piante di Kentucky crea un effetto visivo meraviglioso sul pendio della collina, sembra un mare tutto verde ...

La pianta è veramente spettacolare, alta circa 170-180 cm., con foglie imponenti, lanceolate, lunghe circa un metro e larghe fino a 50-60 cm. La raccolta viene fatta interamente a mano, scegliendo le foglie mature e lasciando quelle non pronte. Nella coltivazione viditata, la raccolta è iniziata verso la fine di Agosto e continuerà fino ai primi di Ottobre. Pure manuale è l'infilzatura della foglia e il posizionamento sulle aste dove starà appesa fino alla fine del processo di cura. In un locale vengono poste le foglie raccolte, dove inizia il processo di ingiallimento.

Dopo l'ingiallimento, le foglie vengono piazzate nell'essicatoio, dove inizia l'ammarronamento. L'essicatoio è controllato a fuoco (fire curing); sono presenti quattro focolai negli angoli e uno centrale. E qui entra il gioco il curatore che, quasi esclusivamente a “tatto”, basandosi sulla sua esperienza, regola lo scambio di calore, di aria, attizzando o smorzando i focolai in base a come procede il processo, fino al completo cambiamento dei lembi. Negli essicatoi viene usato legno ad alto rendimento calorico e bassa emissione di fumo, come la quercia, perfettamente asciutta e tagliata in ciocchi regolari. La temperatura viene gradualmente aumentata fino a raggiungere i 40°-45°.

Mi soffermo sulla figura del curatore, che solitamente è il titolare della coltivazione; una professione che richiede una immensa esperienza, una figura dalla quale dipende interamente la buona riuscita, quindi un maggior valore, dell'intero raccolto. Molti sono i sacrifici affrontati: poche ore di sonno alternate a periodi di veglia durante i quali non ci si può permettere assolutamente un errore, per non compromettere l'intero carico del locale di cura. In questa azienda, oltretutto, è prodotta esclusivamente la foglia per fascia, quindi l'attenzione alla disposizione e allo spostamento delle filze di tabacco (soprattutto a fine cura) è estrema.

C'è da dire, infine (come spiegatomi dal coltivatore), che in alcune aziende più grandi c'è un certo grado di meccanizzazione, ma solo per alcuni aspetti (per es. stenditoi motorizzati o giostre su ruote), mentre la cura vera e propria viene fatta ancora ed esclusivamente tramite controllo manuale. Una professione che richiede grande esperienza e che, speriamo, non sia destinata a somparire. 
Appena le foglie arrivano a fine cura, le foglie hanno una consistenza elastica, quasi gommose, dopodiche vengono spostate in altro locale, dove vengono mantenute in attesa di essere legate in mazzetti e consegnate all'agenzia del tabacco di Foiano della Chiana.

Ringraziamo la Fam. Cagnacci e, sopratutto, Patrizia, per averci concesso questa bellissima opportunità.

Giovanni Baldo

 

 

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