Dans la Rue !

 
L’Ispettore Du Pre sapeva !

 


Square du Temple

Avvolto nel suo cappottaccio verde se ne stava seduto da ormai quasi tre ore sulla panchina dello Square du Temple, senza mai staccare gli occhi dall’ingresso dello stretto vicolo che portava il nome di Cite du Petit Thouars, il suo uomo si era infilato in quel pertugio tortuoso che non aveva sbocco da parte alcuna, da dove era entrato sarebbe dovuto uscire e Du Pre sapeva ed attendeva. 

Il poliziotto di servizio nel giardino che lo aveva notato gli passò dinnanzi, insospettito dalla lunga permanenza, ma appena riconobbe il volto dell’Ispettore, capì, lo salutò chinando la testa e riprese il suo giro. Mimetizzato tra bambini vocianti e bambinaie garrule, Du Pre estrasse di tasca la sua vecchia Butz già caricata e la accese, lunghe volute odorose di Gris si levarono nel cielo che ormai si andava spegnendo.

Quando le luci furono ormai fredde, come la pipa, penzoloni dal labbro per pigrizia, Du Pre vide l’ombra furtivamente sgattaiolare fuori dal vicolo, oltrepassare l’angolo dello Square e dirigere rapidamente verso la Place de La Repubblique, cacciò la pipa in tasca e guardingo si mise in cammino; lo sconosciuto, con le mani affondate nel soprabito nero, salì i pochi gradini del Passage Vendome, Du Pre accarezzò la pipa che teneva nella tasca e si sentì giocato, nel Passage, stretto e corto non avrebbe avuto alcuna possibilità di passare inosservato alla sua preda, strinse più forte la pipa ed agì. Certo era un rischio ed anche grosso, ma non aveva scelta, corse a perdifiato verso la Place, imboccò le scale del Metro, saltò gli stupiti inservienti che a quell’ora stavano spazzando i corridoi, superò la biglietteria centrale come un lampo e si arrampicò su per le scale che conducevano proprio al centro della Piazza, si fermò a metà affinché solo la sua testa sporgesse dalla ringhiera, da lì poteva vedere l’uscita del Passage Vendome, attese.


Passage Vendome

Col passare dei minuti l’impressione di essere stato giocato si rafforzò, lo sconosciuto poteva benissimo averlo ingannato, essersi accertato di non essere più seguito, tornato sui suoi passi e dileguatosi lungo la Rue de Turbigo, verso la Senna, ma poteva anche essersi fermato alla tavola calda che si trovava dentro il passaggio, in fondo erano ormai diverse ore che il gioco durava.


Place de la Repubblique

Du Pre giocherellò con la pipa, la caricò ma fu proprio allora che lo sconosciuto apparve all’uscita del Passage, si guardò intorno e rapido si diresse verso il Boulevard du Temple che attaversò, Du Pre lo osservava, lo vide attraversare anche il Boulevard Voltaire e poi l’Avenue de la Repubblique, sembrava avesse intenzione di fare il periplo della Piazza ma al Faubourg du Temple svanì, Du Pre si lanciò divorò la Place d’un balzo e si inoltrò nel Faubourg du Temple, tra i banchetti arabi ed i venditori di kebab, tra l’odore della curcuma e lo sfrigolio dell’olio, arrivò ai due Quai; lo aveva perso, si guardò intorno freneticamente, eccolo lì ! 


Quell’ombra nera che scivolava sul Quai de Jemmapes, giusto all’altezza del palazzo dai vetri arancioni, si dispose a controllarlo dal Quai de Valmy.

I due uomini camminavano sui lati opposti del Canal St. Martin, apparentemente lo sconosciuto non si era accorto di non essere riuscito a seminare l’Ispettore. All’altezza del Ponte di Stalingrad sembrò esitare, Du Pre si infilò la pipa in bocca ma prima che riuscisse ad accenderla la sua preda era ripartita. 


Canal St. Martin


Le Geode

Attraversò il canale e proseguì lungo la Rue de Flandre, così larga e spenta a quell’ora della notte. Attraversarono il ponte sul Canal St Denis e lo sconosciuto lasciò la via maestra, albeggiava, scavalcò un muro e si diresse verso il Parc de la Villette, a metà strada tra la sfera lucida dello Geode che già cominciava a riflettere i primi raggi di sole e la linea nera dell’Argonaute, lo sconosciuto sembrò ansimare, rallentò il passo, guadagnò una panchina e si sedette, Du Pre si acquattò dietro un muro e lo osservò.

L’uomo con il soprabito nero si teneva la testa tra le mani, estrasse qualcosa dalla tasca, la osservò, scosse la testa, Du Pre si mosse rapidamente, lo raggiunse pronto a tutto, gli si parò dinnanzi, si guardarono negli occhi, lo sconosciuto teneva in mano una bella Chacom dal bocchino giallo, fissò l’Ispettore: “Ho finito il tabacco”, Du Pre estrasse dalla tasca il suo pacchetto quasi nuovo di Gris, “Abbiamo ancora tempo”, guardò il sole, “Al Quai de Orfrevres non gradiscono arresti prima che il Sole sia alto”, si sedette ed allungò il tabacco allo sconosciuto.

Le due pipe presero ad emettere lente volute. La caccia era finita.


Argonaute

 


Marcello Salvi

 

 

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