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Simenon,
Maigret
e
la cucina dei bistrot |
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Il
Commissario Maigret non fu solamente un valente poliziotto ma anche,
e talvolta soprattutto, un ottimo buongustaio; spesso Simenon si
sofferma per pagine sulle abitudini culinarie del Commissario, le fa
diventare parte dell’indagine, addirittura ne L'impiccato
di Saint – Pholien, fa diventare parte della storia un piatto di
cozze con le patatine fritte, tipiche del Belgio e di Liegi, di cui
era originario, in La Casa dei Fiamminghi la Torta di Riso diventa
un refraine che scandisce i tempi dell’inchiesta. |
Per Simenon
Maigret è alle volte una scusa per un viaggio nella cucina, quella
cucina semplice e povera che lui amava, fatta di fondi di
prosciutto, coste di sedano, lardo, crauti, salsicce, strutto,
patate che ben amalgamate e servite diventano improvvisamente un
piatto dall’altisonante nome di Choucroute alla Parigina, esempio
massimo del riciclo alimentare della povera gente. |
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Sono
decine e decine i piatti, ora cucinati da Madame Maigret, ora dalla
Brasserie Dauphine, famosa come i suoi formidable di birra, che
Simenon ci ammansisce tra un omicidio ed un abile furto. Tutto
questo non è passato inosservato, Courtine, forse sconosciuto ai più,
noto gastronomo francese, redattore di Le Monde, premiato
dall’Accademia di Francia per le sue innumerevoli opere dedicata
alla cucina d’oltralpe vide nei romanzi di Simenon le tracce di
una cucina andata perduta e decise di codificarla, prima che anche
l’ultima memoria sparisse. |
Lo
stesso Simenon inviò a Courtine una lettera definendolo
“l’ultimo classico”, per Simenon la “cucina di casa” segna
per la vita, come la Madeleine di Proust. Simenon stesso narra in Un
Banc au Soleil: “Quei locali erano Frequentati solo dagli habitué,
cocchieri, autisti o gente come me cui piaceva una cucina
popolare, non ricercata. preparata dalla padrona. Il bancone era di
stagno e vi si mesceva vino prodotto dal fratello, dal cugino o dal
cognato dell’oste; vinelli locali che non si trovavano ai mercati
generali di Bercy. |
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Il menu era scritto su una lavagnetta e
comprendeva un solo piatto, oltre alle sardine e al sedano bianco.
Era il padrone stesso a fare il servizio al tavolo, a meno che non
ci fosse una figlia o una nipote, in grembiule nero, a dargli una
mano. La cucina era separata dalla sala da una porta a vetri
attraverso la quale si vedeva la padrona affaccendata ai fornelli.
Dalla cucina si diffondeva un buon odore così che non era
necessario leggere la lavagnetta per sapere che cosa ci fosse da
mangiare. |
È da allora che mi è rimasta la passione per le
andolouillettes alla griglia, lo stracotto di manzo, il ragù. il
fricandò all’acetosella: tutti piatti che ho poi fatto apprezzare
al bravo Maigret”.E
non è certo un caso che l’unica donna “stabile” della sua
vita fu Boule, la Governante-Cuoca che assunse dopo i primi
successi, Boule lo seguì sull’Ostrogoth, la sua barca, nei suoi
viaggi, fino in Arizona dove visse per alcuni anni. |
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Per
Simenon la cucina è ispirazione, casualmente capita a Porquellos,
isoletta di fronte ad Antibes che vanta una cucina tipica, diverrà
sede di numerose inchieste, forse al solo scopo di descriverne, per
bocca di Maigret, la gastronomia. |
Simenon rimpiangeva i mercati,
quelli fatti di bancarelle, di venditori vocianti, di mercanzie
esposte sui banchi, per Simenon l’amore era come la maionese,
riesce o non riesce e la sua donna ideale era Madame Maigret.Alla
sua morte, nel 1989, undici ristoranti francesi da lui frequentati
decisero riservarono un posto, con l’affissione di una targa “A
ricordo di Georges Simenon, questo è il posto del Commissario Capo
Jules Maigret, ospite d’onore e raffinato buongustaio di questa
casa”. |
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Ogni Ristorante prepara uno dei piatti preferiti da Maigret,
uno di quelli che ordinava quando nei suoi romanzi passava di lì. A
Le Petit Tonneau la Torte Campagnarde, da Chez Leon la Punta di
Maiale con Lenticchie, a La Taverne di Henri-IV, proprio sotto la
Prefettura, affettato misto e vino della casa. |
Marcello
Salvi
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